“Scusa ma ci stiamo preparando per tornare in mare e i polveroni mediatici non aiutano. Questi politici stanno facendo la campagna elettorale sulla morte delle persone. Se ci sono delle evidenze che le tirino fuori. Tutto il resto è fumo, è una macchina del fango”. Regina Catambrone, fondatrice del Moas, la prima missione di salvataggio in mare, è indignata e amareggiata e parla con foga e senza filtri, tra un impegno e l’altro prima d’imbarcarsi di nuovo sulla nave. Finora non ha molto replicato alle accuse e polemiche sollevate da alcuni politici, in seguito a indagini di procure siciliane su presunte collusioni con i trafficanti che coinvolgerebbero il Moas, con sede a Malta e altre Ong tedesche che operano nel Mediterraneo per salvare i migranti. Oggi decide di parlare, dopo che l’intero mondo dell’umanitario si è schierato in loro difesa e anche Frontex e Oim (Organizzazione internazionale per le migrazioni) hanno chiarito che non c’è nulla di provato. “Sono polemiche sterili – afferma Regina Catambrone -. La verità è solo una: nessuno vuole aiutare queste persone”.
Qualche procura vi ha convocato?
Mai. Ho saputo le notizie sui social media e in tv perché, non vivendo in Italia, non ricevo i giornali italiani. Ho letto che stanno facendo un’indagine conoscitiva ma ad oggi non ho mai parlato con alcun procuratore. Continua a leggere...