Teresa Gardi

Testimoni del Risorto 03.05.2017

Dato che per far santo qualcuno occorre prima valutare “l’attualità e la convenienza” della “Causa”, si corre il rischio che si desista, per esempio, nel caso di personalità “antiche”, ritenute non più attuali, e con ciò viene meno anche la “convenienza” per il Popolo di Dio che non trarrebbe alcun giovamento spirituale dalla loro glorificazione. Per scendere nella nostra concretezza locale, potrebbe essere il caso della ruatese Caterina Benso, ritenuta forse non “attuale” a più di 200 anni dalla morte, oppure quello della sua contemporanea Teresa Gardi, di cui vogliamo parlare questa settimana. Nasce ad Imola nel 1769 e non si discosta dalla Benso per l’umiltà delle origini, le vicissitudini familiari e la semplicità di vita. Orfana di mamma a 13 anni e 8 anni dopo anche di papà, deve prendere in mano le redini della famiglia e farsi carico del fratello e delle due sorelle. La salute piuttosto fragile non le impedisce di avere una particolare attenzione per i malati, che prende l’abitudine di andare a visitare, assistere e curare. Come spesso accade a chi si prende cura del prossimo, anche Teresa colleziona calunnie e maldicenze, che lei affronta e supera con straordinaria pazienza ed umiltà. La sua giornata è scandita dalla messa, dalla Via Crucis e dalla ricerca continua della volontà di Dio anche nello svolgimento dei lavori domestici. Criticata dalle sorelle per la sua troppa devozione e per l’eccessivo tempo passato in chiesa, non le si può rimproverare di trascurare per questo i suoi doveri di casa. A dare fastidio sono piuttosto il tanto tempo “perso” con i malati e la porta spalancata volentieri per accogliere i bambini, farli giocare ed insegnare loro il poco che sa, anche se non ha imparato a scrivere, sa leggere a malapena e la sua cultura è piuttosto limitata. Ci sono altri due particolari che accomunano Teresa alla “nostra” Caterina Benso: un tentativo di stupro, cui anche lei riesce a sfuggire in tenerissima età, e una forte devozione all’Addolorata, “scoperta” da Teresa ad appena 16 anni, che la avvicina alla passione di Gesù e le ispira una vita di penitenza e di sacrificio. Non lasciamoci impressionare troppo dai suoi digiuni, dalle sue penitenze anche corporali, dai suoi sacrifici: sono - questi sì - figli dell’epoca in cui vive e frutto della mentalità del suo tempo. Lasciamoci invece stupire dalla sua progressiva intimità con il Signore, dalla sua prolungata meditazione, dal suo desiderio intenso di condividere la passione di Gesù per collaborare con lui alla salvezza del mondo, il che significa poi, per dirla con San Paolo, “completare nel mio corpo quello che manca ai patimenti di Cristo a favore del suo corpo, che è la Chiesa”. Teresa va spesso in estasi, parla familiarmente con Gesù, il suo cuore abita costantemente il Paradiso, ma tutto avviene lontano da occhi indiscreti, perché ha chiesto al Signore che questi fenomeni mistici rimangano come un dolce segreto tra loro due e niente traspaia agli occhi degli estranei. Tutto è però contenuto nel “diario”, compilato da padre Carlo Francesco da Bologna, suo confessore e direttore spirituale per 36 anni. A renderla ancor più simile a Gesù sofferente arrivano anche le stimmate, invisibili agli altri ma dolorosissime per lei, specialmente il venerdì e in quaresima. A mettere le ali alla sua ascesi mistica è anche la sua adesione all’Ordine Francescano come Terziaria Secolare. Muore il 1° gennaio 1837 e riescono a seppellirla in chiesa, come la Benso, e subito si diffonde la sua fama di santità, soprattutto in Emilia. Poi su di lei scende il silenzio, anche perché si perdono le tracce del famoso “diario” scritto dal confessore. Come per la Benso, la cui tomba fu individuata grazie alla “stella” vista dal povero Giuseppe Racca, così l’interesse per Teresa si risveglia a partire dal 1893, perché una certa Maddalena Gottarelli di Imola riceve in sogno precise indicazioni su come trovare in un determinato armadio il manoscritto, circa un migliaio di pagine, che descrivono la sua vita intima e i doni che Gesù ha fatto a Teresa. Ripresa con decisione la causa nel 1983, grazie ad un frate che crede nella sua santità, il 22 gennaio 2015 Teresa Gardi è stata riconosciuta “Venerabile” e tra breve potrebbe essere beata. Circa la sua “attualità” il Postulatore dice che Teresa “aiuta gli uomini a comprendere che tutti sono chiamati alla santità, ad essere fedeli agli impegni del quotidiano, a comprendere l’importanza di operare senza ostentazione, a scoprire il valore salvifico della sofferenza”. E scusate se è poco!