Asti-Cuneo, sospesi gli espropri. Biraghi: “Basta farci prendere in giro”

C’è un contenzioso tra Società concessionaria e ministero dei Trasporti. Il presidente degli industriali cuneesi: “Altro che accordo imminente!” 

La Società concessionaria dell’Asti-Cuneo ha sospeso le procedure di esproprio dei terreni del lotto II.6, in direzione di Alba, che dovrebbero far parte del tracciato dell’autostrada. 

La notizia è trapelata in questi giorni per iniziativa di alcuni dei proprietari, che hanno ricevuto la lettera dalla Autostrada Asti-Cuneo (che incolpa il ministero dei Trasporti) e ne hanno informato il presidente degli industriali cuneesi Franco Biraghi. 

Nelle missive la Società concessionaria dichiara di non poter dar corso agli espropri in seguito all’intervento del ministero, che ha bloccato il progetto esecutivo “in ragione di una asserita carenza di copertura finanziaria dell’opera e dunque per ragioni non imputabili alla scrivente Società”. Per tale motivo - si legge - “la società Autostrada Asti Cuneo ha presentato un ricorso attualmente pendente al Tar del Piemonte”.

Biraghi, che dell’Asti-Cuneo ha fatto la “madre di tutte le battaglie”, pretende chiarimenti. La sospensione degli espropri e il contenzioso tra le parti mettono in dubbio, infatti, i tempi annunciati dal ministro Delrio per portare a termine l’infrastruttura. Durante la sua visita a Cuneo, infatti, il ministro aveva ipotizzato la scadenza di giugno per la firma dell’accordo tra ministero e concessionaria per il completamento dell’Asti-Cuneo. Un “atto aggiuntivo” che - senza ulteriore perdita di tempo - avrebbe consentito di virare sul nuovo tracciato, dopo il ponte sul Tanaro, attorno e non sotto la collina di Verduno, e con ultimo tratto sul percorso originario. 

Ma di accordo, al momento, non c’è neanche l’ombra. Peggio ancora, si scopre che le parti non si parlano e, se lo fanno, è attraverso ricorsi in tribunale. 

Biraghi è allibito. Denuncia il nuovo passaggio a vuoto, che sembra riaprire tutte le incognite sull’effettiva volontà di completare l’Asti-Cuneo, e si interroga sulle modalità, decisamente anomale, con le quali si è diffusa la notizia, “nel silenzio della politica locale”. “Il territorio - conclude - ha diritto di sapere come stanno le cose. E deve smetterla di essere accomodante. L’Asti-Cuneo si farà soltanto se ci sarà una mobilitazione generale e Istituzioni locali cominceranno finalmente a ribellarsi”.

Articolo completo su "La Fedeltà" di mercoledì 10 maggio