Karamo, un anno in cella in Libia, al buio

Il giovane senegalese ora fatica a vedere; non aveva i soldi per pagare le richieste dei miliziani e dei banditi; il suo insegnante di italiano sta cercando di farlo curare

Karamo ha solo 20 anni, ma ha già vissuto molto. Mentre il suo insegnante di italiano ci racconta la sua storia, lui abbassa gli occhi. È lui quel ragazzino che ha attraversato il deserto superando ogni sorta di prova... È lui quel ragazzo che i libici hanno massacrato di botte e  tenuto in cella al buio a pane e acqua...

Gianfranco Falco, direttore di Alice (l’associazione per la lotta contro l’ictus cerebrale, già direttore della Confagricoltori) lo ha conosciuto nel corso dell’insegnamento della lingua italiana presso una struttura di accoglienza dei migranti nella zona di Centallo.

Come in tutti i gruppi - ci dice - c’è chi è più interessato  chi meno, chi non ce la fa e chi non si impegna quasi per sfida.  Karamo si è subito distinto per impegno e la voglia di apprendere. Un giorno mi ha detto: «Maestro, io fatico a leggere: davanti agli occhi appaiono delle scintille...». Gli ho chiesto da cosa derivino questi problemi. Abbassando gli occhi mi ha spiegato che tutto è partito dalla prigionia in Libia. Ho scoperto che Karamo è stato tenuto un anno in cella al buio, buio totale, a pane e acqua”.

 

 

La storia di Karamo su La Fedeltà di mercoledì 30 agosto