Coppie in nuova unione: cosa è cambiato dopo “Amoris Laetitia”?

Paolo Tassinari spiega il senso della serata che si svolge venerdì 17 novembre a Fossano

Per tenere alta l’attenzione in diocesi su “Amoris Laetitia”, gli uffici famiglia della diocesi di Fossano e Cuneo hanno deciso di proporre una lettura commentata del capitolo 8 del documento di Papa Francesco, per riscoprire come esso continui e sviluppi il magistero della Chiesa a proposito di matrimonio e famiglia, impegnando la comunità cristiana ad essere concretamente “in uscita” in questo difficile campo. Il titolo è appunto “Separati/divorziati e ora risposati e conviventi: cosa cambia con Amoris Laetitia? Un ‘affondo’ nel capitolo 8”. La proposta verrà presentata a Fossano venerdì 17 novembre alle 20,45 presso il Centro diurno “S. Chiara” (in via Villafalletto 24) e ripetuta a Cuneo martedì 28 novembre, sempre alle 20.45, presso il Seminario vescovile (in via A. Rossi 28).

Ne abbiamo parlato con Paolo Tassinari, responsabile del progetto “L’anello perduto” e corresponsabile dell’Ufficio famiglia insieme a Margherita e Marco Olocco e a don Beppe Uberto.

In diocesi si lavora ormai da alcuni anni attorno a un progetto denominato “L’anello perduto”: ripercorriamone brevemente il cammino.

Il progetto nasce da alcune richieste che vennero portate all’attenzione del vescovo di allora Giuseppe Cavallotto, dei Consigli pastorale e presbiterale delle due diocesi già nel 2009. Nell’aprile di quell’anno il vescovo tenne il primo incontro con persone separate o divorziate o risposate. Dopo questo primo appuntamento unitario sono nate varie proposte che si sono sviluppate sostanzialmente lungo due strade: una prima che ha coinvolto persone separate o divorziate sole, cioè che non fanno parte di una nuova unione, una seconda per coppie in nuova unione siano esse sposate in forma civile o conviventi. Le due proposte hanno avuto un percorso parallelo e hanno raccolto un bacino di utenza che è andato al di là della città di Fossano e delle due diocesi. Preciso che il progetto si è sviluppato dapprima in diocesi di Fossano e che strada facendo è stato esteso anche a Cuneo: da circa un anno il nuovo vescovo Piero Delbosco ha deciso che il progetto sia parte integrante delle proposte degli Uffici famiglia delle due diocesi.

Quante persone sono state coinvolte in questi anni?

Complessivamente sul versante dei separati o divorziati soli, grazie ai laboratori (cioè serate che partono in autunno e sono condotte da educatori, formatori, psicologi…) è stato coinvolto un centinaio di persone; poi ci sono i partecipanti ad altre iniziative. Per le coppie abbiamo all’attivo un gruppo che si incontra mensilmente fin dal 2009.

L’incontro con Il Papa, nell’aprile del 2016 a Roma, è stato un punto di arrivo o di partenza?

L’incontro con Papa Francesco (nella foto) è stato un riconoscimento enorme e inaspettato del percorso che abbiamo proposto in diocesi in questi anni. Volendoci in prima fila accanto è come se ci avesse detto: “Voi che siete stati segnati da un fallimento, da una sofferenza enorme, da un fallimento, potete ripartire. Mi state a cuore!”. Un incontro che dunque è diventato un’occasione di ripartenza.

Poi un anno fa, a partire dalle sollecitazioni contenute in “Amoris Laetitia”, si è deciso in collaborazione con gli Uffici famiglia di elaborare un progetto pastorale specifico e mirato. Come avete lavorato?

Nel cap. 8 di questa esortazione apostolica post sinodale il Papa chiede ai Vescovi e ai sacerdoti di porre in atto degli itinerari rivolti a coppie in nuova unione che un domani possano sfociare eventualmente nel ritorno al sacramento della riconciliazione e alla comunione eucaristica. Nella diocesi di Fossano abbiamo iniziato a lavorare dall’autunno dello scorso anno alla stesura di una bozza che ha coinvolto alcuni docenti dello Studio teologico, l’allora vicario generale Derio Olivero, il vescovo Piero Delbosco, i Consigli presbiterali e pastorali delle due diocesi. Al momento siamo fermi perché i vescovi di Piemonte e Valle d’Aosta (Cep) stanno elaborando un documento comune a partire dal quale le singole diocesi potranno mettere in campo le iniziative ritenute più opportune.

Quindi non si tratta di una “bocciatura” del vostro documento da parte della Cep?

Assolutamente no! Anzi, mons. Franco Giulio Brambilla, vescovo di Novara, incaricato di redigere il nuovo documento per conto della Cep, ha molto apprezzato il lavoro che abbiamo svolto, come lui stesso mi ha confermato recentemente durante un incontro a Cuneo.

Il documento dei vescovi piemontesi sarà pronto nei primi mesi del 2018, nell’attesa cosa proponete?

Intanto manteniamo i due percorsi: con 18 persone separate o divorziate sole abbiamo dato il via all’esperienza dei laboratori (il prossimo incontro sarà il 18 novembre, vedi articolo a lato); con le persone in nuova unione continua il percorso del gruppo coppie. Abbiamo pensato, in collaborazione con gli Uffici famiglia delle due diocesi, di organizzare un incontro a tema per ritornare alle origini, alle fonti.

In che cosa consiste questo incontro a tema?

Dopo Paolo Gentili, direttore dell’Ufficio Famiglia Nazionale della Cei, che lo scorso anno aveva offerto un inquadramento generale ad “Amoris Laetitia”, ora vogliamo fare un “affondo” nel capitolo 8 del documento, dedicato appunto alle coppie in nuova unione, per offrirne una lettura pacata e scoprire che esso continua e sviluppa il magistero della Chiesa cattolica a proposito di matrimonio e famiglia. E se qualche frattura la crea - perché non neghiamo che in questo anno e mezzo il documento del Papa ha subito diverse critiche – non è dissimile da quelle fratture che tante volte nella storia della Chiesa si sono aperte e sono state superate attraverso la pratica. Si pensi ad esempio all’impatto che ebbe la riforma liturgica del 1965 nella celebrazione della messa… Ma come ebbe a dire Paolo VI nel 1971: “La tradizione non è un museo, un cimitero, un’archeologia. È una pianta che fiorisce a ogni primavera, una linfa che continuamente si rinnova”. Il Magistero della Chiesa cioè non è un monolite, ma un corpo che cresce, si sviluppa, si traduce e si trasmette… Durante la serata - che si terrà il 17 novembre a Fossano e verrà ripetuta il 28 novembre a Cuneo -, vorremmo semplicemente leggere questo meraviglioso capitolo di “Amoris Laetitia”, per accorgerci di come continui e sviluppi il Magistero della Chiesa a proposito di chi dopo il fallimento del matrimonio ora vive in maniera stabile e responsabile una nuova unione di coppia. Leggere quindi, per prendere consapevolezza dei compiti che Papa Francesco affida ad ogni coppia, presbitero e Vescovo, così da poter tradurre in vita vissuta ciò che lì è scritto. Per dirlo con uno slogan: non più formule da imparare e applicare, ma forme di vita da riconoscere e accompagnare.

A chi è rivolto?

All’incontro sono invitate coppie in nuova unione, operatori di pastorale (chi ha un incarico o svolge un qualunque servizio in diocesi o in parrocchia) e chiunque voglia approfondire l’argomento.