Mattarella: è futuro la parola-chiave

Il discorso si apre con il richiamo ai 70 anni della Costituzione e, allo stesso tempo, si proietta decisamente in avanti

“Non possiamo vivere nella trappola di un eterno presente, quasi in una sospensione del tempo, che ignora il passato e oscura l’avvenire, così deformando il rapporto con la realtà…”. Negli appena dieci minuti del discorso di fine anno, il Presidente Sergio Mattarella ha saputo concentrare così tanti spunti significativi che questa annotazione “sociologica” è finita per passare inevitabilmente in secondo piano nei commenti a caldo. Eppure essa coglie con estrema sintesi l’impasse di una società in cui molti fattori, ma in primo luogo l’uso dissennato e totalizzante di internet, rischiano di azzerare il senso stesso del tempo e della realtà. Sono in gioco le stesse basi del vivere sociale, la stessa democrazia perché essa – sono ancora parole di Mattarella – “vive di impegno nel presente, ma si alimenta di memoria e di visione del futuro”.

Ecco, dunque, un discorso che si apre con il richiamo ai 70 anni della Costituzione e, allo stesso tempo, si proietta decisamente in avanti, al punto che, se si volesse indicarne una parola-chiave, bisognerebbe scegliere proprio il termine futuro.

“In questo tempo – ha osservato al riguardo il Presidente – la parola ‘futuro’ può anche evocare incertezza e preoccupazione. Non è stato sempre così”. Ma oggi “la velocità delle innovazioni è incalzante” e “ci conduce in una nuova era” che “pone anche degli interrogativi sul rapporto tra l’uomo, lo sviluppo e la natura”... Continua a leggere