“Voglio che mia figlia conosca le proprie radici, che riguardano noi due: io, mia moglie e le nostre famiglie. Siamo noi due insieme che abbiamo dato vita a nostra figlia, e questo deve emergere anche formalmente”.Così Davide Sordella venerdì scorso a Fossano in occasione dell’incontro sul tema del “Doppio cognome” organizzato da Comune, Commissione pari opportunità e Circolo dei lettori.
Sordella ha precisato di non parlare come sindaco, ma come padre. Ha quindi raccontato come sia stato complicato assegnare il doppio cognome alla figlia Deva nata qualche mese, dopo la sentenza della Corte costituzionale che dichiarava incostituzionale l’attribuzione automatica del cognome paterno.
Vladimiro Zagrebelsky ha spiegato perché la Corte costituzionale abbia dovuto emettere una sentenza in assenza di un’azione legislativa (e in presenza di un richiamo della Corte europea.
“La legge è bloccata da questioni “culturali”: una parte di parlamentari (così come una parte del Paese) è convinta che il “patriarcato” sia un valore da difendere e che pertanto sia necessario mantenere il cognome del padre”.