Guardia medica pediatrica, cosa si può fare

Incontro in Comune con i genitori che chiedono l'attivazione del servizio: due le proposte principali

Un servizio di stampo privato capace di coprire gli orari in cui il pediatra di libera scelta non opera, con specialisti che si farebbero ovviamente pagare, ma le cui tariffe potrebbero essere in parte ammortizzate tramite un fondo creato ad hoc da Comune e altre realtà. Oppure una formazione obbligatoria per i medici della Continuità assistenziale (il servizio di Guardia medica) che permetta loro di approcciarsi meglio al bimbo malato.

Sono le due proposte principali emerse dall’incontro dello scorso lunedì nel palazzo comunale, quando il sindaco Davide Sordella e il consigliere con delega alla Sanità Enzo Brizio hanno incontrato Federica Caula e altri genitori che condividono l’impegno di questa mamma il cui obiettivo è dare ai fossanesi un servizio di Guardia medica pediatrica. Caula aveva segnalato questa esigenza sui social, denunciando come di notte, nei week end e nei festivi i genitori di bambini piccoli sono spesso costretti a rivolgersi al Pronto soccorso: la sua battaglia - oltre a richiamare numerose mamme e papà (e non solo) anche attraverso un hashtag - ha raggiunto le istituzioni. È così stato fissato l’incontro con l’Amministrazione comunale.

“È l’inizio di un percorso - ha osservato Sordella -. Ci siamo posti un obiettivo, ci lavoriamo e non ci fermeremo davanti al primo «no»”.

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