Non in regola coi vaccini: niente scuola

Quattro bambini, di Bene Vagienna e Trinità - Primo caso che emerge nel Paese, effetto del decreto Lorenzin

È il primo caso emerso a livello nazionale, effetto del decreto Lorenzin. Quattro bambini dell’Istituto comprensivo “Augusta Bagiennorum” di Bene Vagienna restano a casa perché, per decisione delle rispettive famiglie, non sono in regola con tutte le vaccinazione previste dalla legge: tre frequentavano la scuola dell’infanzia a Bene Vagienna, uno a Trinità.

È un caso di “negazione di accesso ai servizi per l’infanzia” (questo il termine tecnico) che probabilmente sarà applicato - come ha fatto, a fine gennaio, la dirigente di Bene Vagienna Annita Olivero - da omologhi di vari istituti in tutta Italia entro il prossimo 10 marzo: è questo, infatti, il termine entro cui i bambini dovranno essere in regola con i vaccini o le rispettive famiglie dimostrare di aver fissato un appuntamento con l’Asl per la vaccinazione. 

In queste settimane, intanto, l’attenzione dei media - anche nazionali - si è riversata su Bene Vagienna, dove si è concretizzato quanto prevede il decreto Lorenzin per le famiglie che rifiutano, in parte o del tutto, i vaccini obbligatori.

Le richieste dei genitori

Per le famiglie dei bambini che non potranno più frequentare la scuola dell’infanzia a Bene Vagienna e Trinità, ha parlato Cristian Atzori, referente dell’Auret, associazione che si occupa di malasanità e autismo a livello nazionale: “L’Asl Cn1 continua a rifiutarsi di dare informazioni che chiediamo da mesi. Abbiamo inviato sia richieste di dettagli sui vaccini a titolo personale, con moduli dove era palesemente indicato il termine dei 30 giorni, sia richieste come gruppi di genitori, pensando di poter venire incontro all’Asl”. “Ma secondo l’Asl - prosegue Atzori - è preferibile parlarne davanti ad una scrivania: ha inviato lettere in cui annuncia una successiva convocazione per incontri individuali, ma nessuno è ancora mai stato contattato e il 10 marzo si avvicina”. “Non potranno lasciare i bimbi a casa perché il Piano informativo è un obbligo di legge”, conclude il referente dell’Auret, ribadendo che i genitori coinvolti nel caso “non sono pregiudizialmente contrari ai vaccini, ma vogliono soltanto più informazioni per poter scegliere consapevolmente”.

“La polemica sulla mancanza di informazioni è legata a questioni pretestuose. Chi si presenta per il vaccino può ricevere, addirittura in giornata, tutte le informazioni che richiede”, ha replicato Domenico Montù, direttore del servizio Igiene e sanità pubblica dell’Asl Cn1. Per quanto riguarda il Piano informativo è intervenuto  Lorenzo Ferrara, medico del Seremi (il servizio regionale di controllo per le malattie infettive): “Ogni Asl mette a disposizione un opuscoletto che illustra le vaccinazioni; sul sito del Seremi sono pubblicate informazioni dettagliate, compresi i foglietti illustrativi dei vaccini corredati dalle indicazioni su come vanno letti”.

Il parere della dirigente

A un tratto, nei giorni scorsi, è sembrato che si fosse sul punto di fare un passo indietro e ammettere nuovamente i bambini esclusi. Lo lasciavano supporre le parole di Stefano Suraniti, dirigente dell’Ambito territoriale di Cuneo (l’ex Provveditorato agli studi). La tesi sembrava essere quella che provvedimenti come la “negazione di accesso ai servizi per l’infanzia” possano scattare soltanto dopo il 10 marzo.

Una versione smentita dall’Istituto comprensivo Augusta bagiennorum. “Non ho attualmente titolo per annullare i provvedimenti di esclusione dalla frequenza dei minori non in regola con la documentazione relativa alle vaccinazioni - si legge in una nota firmata dalla dirigente -. Questi provvedimenti sono obbligatori, come da legge 119/2017, di fronte alla mancanza di documentazione idonea; pertanto i minori esclusi non potranno, per il momento, essere riammessi”

Dopo aver ricordato di aver ricevuto la comunicazione dell’Asl Cn1 “con l’elenco dei minori che non hanno documentazione idonea per l’ammissione e la frequenza delle scuole dell’infanzia di Trinità e Bene Vagienna”, Olivero precisa che “per emettere la disposizione di riammissione alla frequenza sono necessari o il certificato vaccinale o la prenotazione rilasciata dall’Asl, entrambi ottenibili in giornata dalla stessa Asl Cn1”.