Quaresimali in Cattedrale, dal 23 febbraio per quattro venerdì

Primo appuntamento venerdì 23 febbraio; lo stesso giorno Papa Francesco invita a pregare e a digiunare per la pace

Ritornano in Cattedrale i Quaresimali: “Dio è per noi”. Il filo conduttore del cammino di preghiera secondo lo stile di Taizè (venerdì 23 febbraio e 2-9-16 marzo, dalle 21 alle 22,15 in Cattedrale) sarà tracciato dall’ascolto della Parola e dall’adorazione della Croce, comunitaria e personale. Questi momenti nel loro insieme sanno creare uno spazio di meditazione e silenzio sul sentiero della vita di chi vi parteciperà, per accompagnare e approfondire il cammino di preparazione alla Pasqua. “I quattro appuntamenti - spiega don Pierangelo Chiaramello, direttore dell’Ufficio liturgico - sono un itinerario per crescere nella fede e disporre mente e cuore a lasciarsi formare dalla Parola di Dio. Con un ascolto attento e una preghiera comunitaria, ognuno è invitato a personalizzare e interiorizzare il messaggio di ogni serata, con grande libertà, senza anestetizzare la coscienza, lasciando che il Signore entri e illumini le nostre zone d’ombra. La fede cristiana poggia sulla verità del Vangelo e ha bisogno dell’adesione libera del credente. Dio ha bisogno di vederci e sentirci vicino a Lui così come siamo, senza maschere; Dio ha bisogno dell’onestà della nostra intelligenza; Dio ha bisogno della sincerità del nostro cuore per donarci la verità del suo Amore, perché «Dio è per noi»”.

Giornata di preghiera e di digiuno per la pace

Appuntamento in Cattedrale, dunque, venerdì 23 febbraio (alle 21) per il primo quaresimale. Sarà anche l’occasione per raccogliere l’invito del Papa ad una speciale Giornata di preghiera e digiuno per la pace “dinanzi al tragico protrarsi di situazioni di conflitto in diverse parti del mondo, in particolare nella Repubblica democratica del Congo e nel Sud Sudan”. Papa Francesco ha rivolto questo appello al termine dell’Angelus del 4 febbraio scorso in piazza San Pietro a Roma. “Il nostro Padre celeste ascolta sempre i suoi figli che gridano a Lui nel dolore e nell’angoscia, ‘risana i cuori affranti e fascia le loro ferite’”, ha assicurato rivolgendo “un accorato appello perché anche noi ascoltiamo questo grido e, ciascuno nella propria coscienza, davanti a Dio, ci domandiamo: ‘Che cosa posso fare io per la pace?’”. “Sicuramente possiamo pregare”, la risposta del Papa. “Ma non solo, ognuno può dire concretamente ‘no’ alla violenza per quanto dipende da lui o da lei. Perché le vittorie ottenute con la violenza sono false vittorie; mentre lavorare per la pace fa bene a tutti!”.