Per cercare di dare a tutti la libertà, di restare a casa o di partire, la Cei (Conferenza episcopale italiana) ha lanciato nel settembre scorso una grande campagna della durata di tre anni, stanziando 30 milioni di euro dei fondi 8xmille per progetti nei Paesi di provenienza, di transito e di accoglienza dei migranti. “Liberi di partire, liberi di restare”- così è stata chiamata questa iniziativa straordinaria - è il contenitore che la Caritas diocesana di Fossano, in collaborazione con l’Ufficio missionario, ha scelto per le quattro mete della Quaresima di fraternità di quest’anno. Il progetto si propone di sensibilizzare e formare le comunità cristiane sul tema delle migrazioni, avviare delle collaborazioni e delle realizzazioni nei Paesi di partenza, di transito e di accoglienza di quanti fuggono da guerre, fame e violenze.
“Liberi di partire, liberi di restare”
“Nessuno deve essere costretto a stare in un posto dove non può vivere una vita dignitosa o dove c’è violenza. Nello stesso tempo ognuno ha il diritto di muoversi perché la terra è di tutti, non di alcuni sì e di altri no. Vorremmo che il concetto di libertà di partire, di emigrare, valesse a 360 gradi”. Così don Leonardo Di Mauro, responsabile del Servizio degli interventi caritativi a favore dei Paesi del Terzo Mondo, spiega il senso della campagna (www.liberidipartireliberidirestare.it).
Tema centrale è il diritto alla libertà, presupposto fondamentale per la pace e la giustizia. Perché molti sono costretti a partire per le ragioni più diverse: mancanza di cibo, acqua, lavoro, povertà estrema, guerre, disastri naturali, cambiamenti climatici, degrado ambientale. Tra i beneficiari privilegiati vi saranno i minori e le loro famiglie, le vittime di tratta e le fasce più deboli. Gli ambiti di intervento: educazione e formazione professionale, informazione in loco sui rischi della migrazione, progetti di carattere sociale e sanitario a favore dei più deboli, progetti per la promozione di opportunità lavorative e accompagnamento al rientro, percorsi di riconciliazione.
“Garantire a tutti una vita dignitosa”
Per don Francesco Soddu, direttore di Caritas italiana, questa campagna “ha una valenza educativa, che risponde pienamente al nostro mandato statutario della funzione pedagogica di animazione delle comunità alla carità”. L’iniziativa “tocca i temi dell’accoglienza, della solidarietà, della condivisione - osserva don Soddu -, ma l’elemento centrale della proposta è ribadire a livello educativo l’importanza del fare rete in un impasto di relazioni, affettività, responsabilità educativa, testimonianza, affinché ognuno, e in particolare i migranti più giovani, possano scegliere liberamente come impostare il proprio progetto di vita”. In altre parole, “occorre garantire a tutti una vita dignitosa per consentire a ciascuno di scegliere se restare nella propria terra o migrare e trovare accoglienza in altri Paesi”. Inoltre, “permettere a chi soffre di restare nella propria terra – prosegue il direttore di Caritas italiana – significa puntare su uno sviluppo umano integrale, rimuovendo le cause degli squilibri, spesso all’origine del cammino e della fuga dei migranti”. A suo avviso l’impegno prioritario è “sentirci e riscoprirci tutti parte di questa Chiesa fatta di comunione e di comunità attive, impegnate e responsabili. Che si incontrano, restano in relazione, costruiscono insieme. Attente alle piccole cose e, nel contempo, capaci di guardare lontano, fino ai confini del mondo”.
Per gli 8mila sacerdoti, religiosi/e laici missionari che consacrano la loro vita ai popoli perché conoscano il Vangelo, di cui 400 fidei donum italiani, l’impegno a fianco di chi sceglie di partire è fondamentale: “È importante affermare la libertà e dignità di ogni persona – sottolinea don Michele Autuoro, direttore di Missio -, perché il Vangelo sia di liberazione, speranza di dignità e pienezza di esistenza”. “La condizione di chi ha lasciato la propria terra e vive in attesa – osserva – è di grande precarietà. Il progetto vuole intervenire anche nei luoghi di transito come la Libia, dove le condizioni nei centri sono inumane”. Secondo don Gianni De Robertis, direttore generale di Migrantes, che cita le parole di papa Francesco e Benedetto XVI, “la prima libertà deve essere quella di non essere costretti a lasciare il proprio Paese: ogni strappo è sempre una sofferenza, non si lascia mai a cuor leggero la propria patria”.
Offerte: come e dove
Come previsto dalla campagna, vengono finanziati anche progetti nei Paesi di provenienza. E qui si inseriscono le quattro proposte della Caritas diocesana (www.diocesifossano.org): la costruzione di un acquedotto a Shiulo, in Angola; il sostegno al progetto Colomba dell’associazione Papa Giovanni XXIII nei campi profughi siriani in Libano; il completamento del progetto di orti e allevamento di piccoli animali a Thies, in Senegal; la costruzione di un Centro professionale giovanile nella parrocchia di don Godfrey a Mwanbani, in Tanzania. Le presenteremo nel dettaglio nei prossimi numeri (un assaggio lo abbiamo già dato sul numero scorso, nella pagina “Saper dividere”, curata proprio da Caritas e Centro missionario diocesano).
Chi desidera contribuire può lasciare la propria offerta in parrocchia o presso l’ufficio del Centro missionario e della Caritas diocesana (aperto il lunedì, mercoledì e venerdì dalle 8.30 alle 12.30 in via Vescovado 12, a Fossano, tel. 0172.636264, email caritasfossano@gmail.com); oppure può versarla direttamente su conto corrente bancario intestato a Caritas diocesana Fossano (Iban: IT 29 T 06170 46320 00000 1603189) presso la Crf, via Roma 122, a Fossano, indicando la causale “Quaresima di fraternità 2018”.