Domenica 18 marzo la Benedizione dei papà

Un gesto che raccoglie l’invito di “Amoris Laetitia”

e 18, nella chiesa del Salice a Fossano è in programma una benedizione per i papà di tutte le età (cioè con figli piccoli, adolescenti e adulti), a cura dei responsabili dell’ufficio Famiglia diocesano, con la partecipazione  Giuseppe Cavallotto, vescovo emerito di Fossano e di Cuneo, e di Raffaella Buzzi (cantante).

Quando ho invitato alcuni amici - racconta Paolo Tassinari - mi sono sentito chiedere con tono preoccupato: ‘Ma sarà una messa?’; no, gli ho risposto, perché la benedizione per sua natura si pone a metà tra la celebrazione e la vita comune di ogni uomo e ogni donna. Il gesto della benedizione è uno spazio che tiene insieme riflessione, preghiera e rito ma con una certa elasticità, così da permettere a credenti e non credenti o semplicemente papà in questo caso, di sentirsi compresi in quello che dice e che si fa, e di essere accompagnati dalla cura di Dio nel proprio compito di genitore”. “La benedizione che proporremo il pomeriggio precedente il giorno tradizionalmente dedicato alla festa del papà - concludono Marco e Margherita - vuole raccogliere l’invito che troviamo scritto al n. 208 di “Amoris Laetitia”, quando lamenta il fatto che a volte come comunità cristiana non siamo capaci di cogliere e valorizzare ‘i validi contributi che arrivano dalla pastorale popolare’; il gesto che proporremo per la prima volta quindi, si pone nella prospettiva creativa tracciata dal Papa Francesco”.

Ecco allora il senso della proposta dell’ufficio di Pastorale familiare: offrire ai papà di ogni età (sia giovani che adulti) un’occasione per riscoprire il dono che si è ricevuto, ricevere una benedizione sul proprio cammino e riconoscersi così “affidabili”, cioè degni della fiducia sia del Padre dei Cieli, e sia dei nostri figli. Una “buona parola” per essere accompagnati in un “mestiere impossibile” (la definizione è dello psicoanalista Massimo Recalcati), come quello di mostrare ai propri figli che la vita merita fiducia, e di offrirsi non al modo di una “guida sicura”, ma di un testimone autorevole.