Sarà Claudio Arnetoli, psicoanalista, segretario scientifico del Centro torinese di psicanalisi, a tenere la seconda riflessione su “La vita ai tempi del terrorismo”, iniziativa promossa dall’associazione culturale “L’Atrio dei Gentili”, in collaborazione con la diocesi di Fossano e con il contributo della Fondazione Cassa di risparmio di Fossano. L’incontro si inserisce nella Settimana contro il razzismo promossa dal Comune di Fossano e progettomondo.mlal. L’appuntamento (a ingresso libero) è per giovedì 22 marzo (ore 20,45) presso l’aula magna dell’Istituto “Vallauri” (in via San Michele 68), a Fossano, ed ha per titolo: “Disarmare la paura: la fiducia e il coraggio”. Arnetoli proverà a rispondere a due domande: che cosa spinge persone nate e vissute qui, spesso anche ben integrate, a sacrificarsi in nome del “Jihad”? E come possiamo, noi, vivere senza farci sconfiggere dalla paura nella nostra vita e nelle scelte quotidiane?
Dopo la sconfitta sul campo in Iraq e Siria, i terroristi dell’Isis hanno abbandonato, almeno per ora, l’obiettivo di costruire uno stato islamico. Contemporaneamente sta mutando la tipologia degli attacchi terroristici: siamo di fronte ad un terrorismo più mobile, sfuggente, che vede protagonisti piccoli nuclei o singoli già presenti nei vari Paesi europei che si radicalizzano rapidamente e attaccano in fretta. Oppure a combattenti (i cosiddetti “foreign fighters”) che dopo la disfatta tornano a casa decisi a colpire l’Occidente. Per provocare il terrore non si fanno saltare in aria, non usano più (o non esclusivamente) bombe, ma camion, furgoni, automobili, armi convenzionali… Mezzi più tradizionali, alla portata di tutti e dunque più difficili da contrastare. Alcuni commentatori (rifacendosi alla celebre definizione della società coniata dal sociologo Zygmunt Bauman) lo definiscono “terrorismo liquido”. Meno prevedibile, più difficile da combattere e quindi capace di far crescere ancora il livello di paura, soprattutto nelle società occidentali.