Levaldigi, arrestato al suo rientro in Italia

Si era reso responsabile di maltrattamenti in famiglia: il 53enne ha cambiato nome per sfuggire alla giustizia

Nel 2007, quando viveva a Varese, si sarebbe reso responsabile di maltrattamenti a danno dei tre figli minori e violenze fisiche e sessuali sulla moglie: poi il trasferimento in Svizzera, dove si è legato a un’altra donna, e l’adozione di un nuovo nome in Marocco, suo paese d’origine. Ma ora Brahim Razky - 53enne naturalizzato italiano - deve pagare il conto con la giustizia: è stato infatti fermato, all’aeroporto “Alpi del mare”  di Levaldigi, dagli agenti della Polizia di frontiera, che hanno scoperto la sua “vera” identità.

“Il tentativo, da parte di Razki, di sviare la giustizia modificando le proprie generalità, è stato reso vano al suo primo rientro in Italia - spiegano i vertici della Polizia di frontiera di Limone Piemonte, nel cui territorio è compreso anche lo scalo -. Ad attenderlo, all’aeroporto, c’erano gli agenti guidati dal dirigente Martino Santacroce, che, mediante accertamenti nelle banche dati internazionali e attraverso il codice identificativo assegnato al momento della  rilevazione delle impronte digitali, sono riusciti ad individuarlo tra i passeggeri del volo proveniente da Casablanca”. L’uomo è stato quindi arrestato “per i reati di  violenza sessuale e maltrattamenti in famiglia, in esecuzione all’ordinanza di carcerazione emessa  dall’ufficio Esecuzioni penali della Procura della Repubblica del Tribunale di Varese”: ora si trova nel carcere di Cuneo. 

La Polizia di frontiera ha rafforzato i controlli sui voli internazionale di Levaldigi. Gli agenti vigilano inoltre sui collegamenti stradali con la Francia, per contrastare immigrazione clandestina e tratta di essere umani.