‘Le stelle cadranno tutte insieme’: l’amore, la morte, il cinema e il futuro…

Il nuovo romanzo del fossanese Iacopo Barison: edizioni Fandango e copertina di Ratigher

È uscito in tutte le librerie il 5 aprile il nuovo romanzo del fossanese Iacopo Barison: “Le stelle cadranno tutte insieme”, per i tipi di Fandango. Un libro nella cui copertina, disegnata dal fumettista Ratigher, campeggia la figura di una sorta di chimera - mezzo cane e mezzo uomo - che sfiora le mani di qualcuno che lo precede e che lo segue. Tre persone, o meglio tre personaggi, che s’intrecciano in modo misterioso. È uscito in tutte le librerie, ed è giusto dire così in fondo, perché Barison nel suo tour di presentazione punterà proprio molto sulle librerie indipendenti, e sui luoghi inaspettati: non a caso la presentazione fossanese avverrà in Officina del Possibile, il prossimo 18 maggio. Un luogo d’incontro, di scambio e di rigenerazione. Un luogo dove la “fine”, delle cose e delle persone, non è altro che un nuovo inizio e una nuova possibilità. 

Incontriamo Barison in città nelle vacanze di Pasqua, la festa di un uomo che è risorto per chi crede. Lui che ormai da qualche tempo vive a Milano, è a Fossano perché è appena mancato suo nonno. Vita, morte e futuro. Guarda caso le “tensioni” chiave de “Le stelle cadranno tutte insieme”.

 

“E poi?”, inizia così questo libro: cosa volevi raccontare?

Il tempo che passa, ed esattamente la fase di vita che sto vivendo. A settembre compirò trent’anni: un periodo della vita ‘complicato’, di passaggio, in cui inizi a percepire il tempo che ti sei già lasciato alle spalle, in cui cominci a perdere le persone care, in cui inizi a pensarci… Un’età che non è quella dei vent’anni fatta di sogni e di promesse tout court; ma un’età fatta di incertezze e forse di ansie e frustrazioni. Non a caso il libro si apre con una perdita, quella del cane di Aria: ‘Cinemascope (il suo nome, ndr) si è addormentato e non si è più svegliato’, dice lei terrorizzata guardando il cadavere ai piedi del letto. Una storia che inizia con uno scontro fra la morte e i protagonisti, che di colpo si trovano a doverla metabolizzare: segno che stanno crescendo, o anzi persino invecchiando, come le persone che stanno loro intorno.

 

Anche i tuoi personaggi stanno invecchiando con te?

Beh sì; anche se ne ‘Le stelle cadranno tutte insieme’ i protagonisti sono Aria, Danny Bogart e un io narrante senza nome, c’è una continuità ideale con Stalin e Bianca (i protagonisti del fortunato ‘Stalin + Bianca’, uscito per Tunué nel 2014 e candidato al premio Strega, ndr). Lì c’era un ragazzino diciottenne che soffriva di attacchi d’ira, e il suo viaggio coincideva col duro percorso verso l’età adulta. Certamente in entrambi i libri il filo rosso è l’amore che fa da legante a tutte le storie. È giusto che l’amore e l’ambizione non abbiano dei confini?, e fin dove è giusto spingersi per realizzare i propri sogni?, mi sono chiesto in particolare in questo nuovo lavoro.

 

Le risposte?

Mah, sta a ciascun lettore trovare le proprie risposte. Certamente è una storia che racconta il legame fra tre ragazzi che abbandonano la provincia con un solo obiettivo: diventare famosi. Aria, eterea come il suo nome, vede i morti intorno a lei ed è convinta di poterci parlare. Danny vuole fare l’attore, è bisessuale e vive la sua vita come fosse un film epico e lui il protagonista. E poi c’è l’io narrante, l’anima inquieta del trio, che vorrebbe scrivere una sceneggiatura per leggere il suo nome sul grande schermo. Il romanzo accompagna i protagonisti attraverso una città scintillante e frenetica, eppure piena di ombre, dove ognuno tenta di inseguire la propria idea di felicità tra fantasmi, misteriose sparizioni e avvistamenti ufo: ne emerge il primo ritratto veramente lucido della generazione millennial, schiava di una libertà emotiva, sessuale ed economica che non ha dovuto conquistare e dà quindi per scontata.

 

Millennial, ecco un’altra parola chiave…

Sì, è volutamente scritto strizzando l’occhio alle nuove generazioni (i millennial appunto, ndr): ci sono tutti i linguaggi del contemporaneo, tutte i nomi, le mode e i brand che ci circondano. Netflix, Instagram, le serie tv… Ma c’è anche tanto ‘mistero’, come quella copertina un po’ enigmatica: da un lato la tecnologia, ma dall’altro l’oroscopo, la cabala, il dialogo presunto coi morti e gli ufo…

 

Un racconto degli opposti, insomma?

Esatto. Eros e thanatos, passato e futuro, ma anche visibilità e sparizione: perché le ‘stelle’ del titolo sono quelle del cinema, presunte o reali, che brillano a volte lo spazio di un istante… e poi anche le pulsioni sessuali che si mescolano. Insomma tutto scivola, come i piani temporali.

 

Ecco, come si svolge il racconto?

In due piani diversi. Il primo è molto ‘schiacciato’, mentre il secondo è dilatato e dura lo spazio di dieci anni. La narrazione è a intarsio, in cui fra le pagine i piani si mescolano e solo alla fine del libro il lettore avrà chiaro il quadro della storia.

 

Una sfida complessa…

Volevo provare a scrivere qualcosa che non fosse esattamente ‘semplice’ ma che allo stesso tempo usasse un linguaggio molto concreto e vicino al mondo che viviamo. Vorrei provare a far passare il messaggio che fare letteratura - che leggere - è qualcosa che in fondo può essere davvero figo e divertente, per tutti. 

 

È il tuo biglietto da visita anche per le scuole?

Direi proprio di sì: ho la fortuna di tornare ad essere uno degli scrittori ‘adottati’ all’interno del progetto ‘Adotta uno scrittore’ del Salone del libro. Sarò nella sede di Racconigi dell’istituto Arimondi-Eula. Sono entusiasta e curioso di capire come i ragazzi percepiranno il mio libro, vorrei trasmettere loro il messaggio di freschezza per la narrativa che ho in testa e che ho cercato di portare avanti per questo romanzo, fin dalla copertina.

 

Iacopo, di strada ne hai fatta... Citiamo solo la collaborazione per la rivista di Jovanotti, la pubblicazione su McSweeney's, il film per la regia di Daniele Ciprì che uscirà dalle pagine di Stalin + Bianca… Il successo - che i tuoi protagonisti cercano - per te, cos’è?

Il successo è successo (ride, ndr). A parte gli scherzi, anche se in realtà molti obiettivi che avevo fin da bambino li ho raggiunti - penso a McSweeney's per esempio -, non ha senso ovviamente guardarsi indietro adesso; ha senso guardare avanti, guardare al futuro. Sono solo all’inizio del mio percorso come autore… Quindi riguardo al successo? Beh, dico che - in fondo -, non è ancora successo niente…