Addio bomba, torna la normalità al Lingotto

Torino, gli artificieri del 32° Reggimento Genio Guastatori - giunti da Fossano - hanno completato la bonifica

La normalità è tornata la scorsa domenica. Il 16 maggio, a Torino nella zona del Lingotto, era stata rinvenuta una bomba della seconda Guerra mondiale: la bonifica è stata effettuata dagli artificieri del 32° Genio Guastatori, il reggimento dell’Esercito di stanza a Fossano.

L’ordigno è una ANM64 da 500 libbre con circa 130 chilogrammi di esplosivo, di produzione americana. Conservava tutta la sua pericolosità.

La zona del rinvenimento - nel cantiere dove si lavora per il raddoppio di Eataly - è stata intensamente bombardata dagli Alleati durante l’ultima guerra: da subito era previsto l’intervento, prima che si cominciasse a scavare, di una ditta specializzata che potesse scoprire eventuali ordigni inesplosi.

Dopo un sopralluogo, gli artificieri dell’Esercito giunti da Fossano hanno illustrato, in un incontro convocato Prefettura a Torino, i “dati relativi all’ordigno e le varie modalità di azione con rischi connessi”. La Prefettura stessa ha poi indicato il 27 maggio come il giorno per “l’operazione di disinnesco dell’ordigno bellico”.

Nel pomeriggio del 16 maggio gli artificieri hanno incominciato a lavorare sulla bomba, pulendola e costruendo un bunker intorno ad essa che scongiurasse il rischio di un’esplosione accidentale. Dal momento che l’ordigno risultava inamovibile sempre per il rischio di un’esplosione accidentale, si è dovuto procedere con il “despolettamento in loco”, fissato per la scorsa domenica: l’operazione ha richiesto un ampliamento del bunker e la realizzazione di ulteriori protezioni.

Per il giorno in cui si sarebbe conclusa la bonifica, era stato deciso di evacuare un’area di circa 600 metri di raggio intorno alla bomba: la scorsa domenica, molti residenti hanno quindi dovuto abbandonare le loro case, fra le 9,30 e le 15,30. Gli artificieri dell’Esercito non hanno faticato nel rimuovere la spoletta di coda, ben conservata, mentre l’altra, quella “di naso”, risultava deformata per l’impatto al suolo durante il bombardamento. Con lo swordfish, una fresa a freddo che spara acqua e sabbia ad altissima pressione, i militari hanno tagliato in due la bomba: la parte posteriore con la spoletta “buona” è stata portata all’ex Poligono di San Carlo Canavese dov’è stata fatta brillare, mentre alla parte anteriore è stato dato fuoco. Attraverso una “combustione controllata” è così eliminato quanto restava dell’ordigno.