Governo Conte: il Paese ha bisogno di recuperare il senso di una casa comune

Dopo i continui colpi di scena e i continui rovesciamenti di fronte dei quasi tre mesi che sono passati dal voto del 4 marzo, stavolta non ci possono essere più sorprese né cambiamenti di idea. Un governo politico che più politico non si può, visto il ritorno alla grande del ruolo dei partiti e la presenza come vicepremier dei due leader, Luigi Di Maio e Matteo Salvini (che saranno anche ministri, il primo al Lavoro, il secondo all'Interno). Eppure guidato ancora una volta da un tecnico, il professore Giuseppe Conte, da un “non eletto dal popolo” se si vuole usare una terminologia tanto in voga quanto impropria

Alla fine il governo del Movimento 5 Stelle e della Lega è nato. A voler essere precisi è con il giuramento di questo pomeriggio che il nuovo esecutivo assumerà i suoi poteri. Ma dopo i continui colpi di scena e i continui rovesciamenti di fronte dei quasi tre mesi che sono passati dal voto del 4 marzo, stavolta non ci possono essere più sorprese né cambiamenti di idea. Un governo politico che più politico non si può, visto il ritorno alla grande del ruolo dei partiti e la presenza come vicepremier dei due leader, Luigi Di Maio e Matteo Salvini (che saranno anche ministri, il primo al Lavoro, il secondo all’Interno). Eppure guidato ancora una volta da un tecnico, il professore Giuseppe Conte, da un “non eletto dal popolo” se si vuole usare una terminologia tanto in voga quanto impropria, in una democrazia parlamentare come la nostra.

Un governo che rispecchia la volontà degli elettori in quanto costituito dai partiti che sono stati nettamente premiati dal voto, pur non essendo in senso stretto i vincitori (altrimenti non ci sarebbero voluti 88 giorni per formare l’esecutivo) e che tuttavia per vedere la luce ha reso necessaria la scomposizione – definitiva o temporanea si vedrà – della coalizione di centro-destra che era risultata la più votata. Continua a leggere...