Interviene anche la Confartigianato locale sul "caso Colussi". Per lo stabilimento fossanese del Gruppo sono stati dichiarati 117 esuberi, sui circa 180 dipendenti complessivi. Il taglio è stato annunciato in previsione di trasferire la produzione di fette biscottate nel sito umbro di Petrignano d'Assisi: nella città degli Acaja resterebbero le linee dedicate alla pasta.
Clemente Malvino, presidente della Confartigianato di Fossano, commenta il fatto: “Il ciclone licenziamenti investe nuovamente Fossano, come se non fosse bastata la chiusura dello stabilimento Michelin”.
Malvino ripercorre la storia recente di Colussi: “L’azienda dapprima chiude la sede di Imperia e sposta la produzione a Fossano: «mors tua vita mea», Imperia piange e Fossano ride. Ma, a quanto pare, è durata poco l’euforia: tempo addietro, allo stabilimento di Petrignano d’Assisi la Colussi aveva annunciato 125 esuberi; poi, in seguito a «estenuanti trattative», ha ridotto il numero ad una sessantina di licenziamenti per non alzare fastidiosi polveroni mediatici. Ora tocca a Fossano dover ingoiare l’amara medicina: per circa 117 operai dei 180 della Colussi di Fossano si attendono giorni difficilissimi e drammatici”. “L’aspetto paradossale - continua Malvino - è che a Fossano vengono licenziati lavoratori di un’azienda sana, che si espande sul mercato italiano e non solo. A quanto pare, l’azienda non disdegna di tenere atteggiamenti altalenanti ed inspiegabili sull’occupazione, trascurando quanto tali azioni possano andare a modificare le condizioni sia occupazionali che economiche del territorio. Di fronte a tali riprovevoli ed immotivate decisioni,non si può rimanere inerti: non è così che può funzionare l’economia. Gli effetti sociali di questi licenziamenti rischiano di essere devastanti: stiamo parlando di padri e madri spesso a capo di famiglie monoreddito, a cui deve aggiungersi la grande rilevanza sull’indotto di cui il mondo artigiano è parte integrante. Intanto Fossano continua a perdere posti di lavoro e vive sempre più di ammortizzatori sociali”. Conclude Malvino: “Come Confartigianato Fossano, esprimiamo la nostra vicinanza e solidarietà ai lavoratori, chiediamo un ripensamento su questa decisione da parte dell’azienda ed un responsabile e costruttivo impegno di tutte le parti sociali e politiche coinvolte, in particolare a livello nazionale, per scongiurare questo declino occupazionale”.