“Giovani, non accontentatevi del passo prudente, ma rischiate tutto nell’amore”

Riflessioni ed emozioni dei giovani che hanno partecipato alla due giorni con il Papa a Roma l'11 e 12 agosto

Tanti giovani sono arrivati “per mille strade” alla due giorni che si è svolta a Roma, l’11 e 12 agosto, insieme a Papa Francesco. Un incontro promosso dai vescovi italiani in preparazione al Sinodo sui giovani convocato a Roma a ottobre. C’è chi ha camminato lungo le vie percorse dagli antichi pellegrini: è il caso dei giovani cuneesi che hanno percorso 220 km a piedi, tra Assisi e la capitale (qui l’intervista a don Carlo Occelli). C’è chi invece è arrivato a Roma dal Piemonte viaggiando in pullman. Tra questi c’erano anche quaranta giovani della diocesi di Fossano, accompagnati da don Andrea Ciartano, responsabile della pastorale giovanile e vocazionale.

Il gruppo, prima di scendere a Roma, si è dato appuntamento con altre centinaia di coetanei a Torino, dove ha vissuto un incontro straordinario con “l’amore più grande”, quello che traspare dall’immagine impressa sulla Sindone. Per l’occasione infatti nel tardo pomeriggio di venerdì 10 agosto c’è stata un’esposizione straordinaria della Sindone: i giovani piemontesi hanno sfilato in silenzioso pellegrinaggio per contemplarla, anche se solo per pochi secondi. “L’avevo già vista durante l’ostensione del 2010 in occasione di un pellegrinaggio parrocchiale - dice Federica Bertola, centallese di 23 anni -; questa volta è stato diverso perché era inserita in questo evento riservato ai giovani... è stato un bel modo per iniziare questo viaggio verso Roma”. “Sono rimasta colpita dalle mani trafitte, dalla sofferenza di quest’uomo impressa nella Sindone: è proprio l’immagine dell’amore che lascia il segno” commenta Jessica Gerlero (23 anni) di Tetti Roccia.

Poi, durante la notte, tutti in viaggio verso Roma, per partecipare alla due giorni. Sabato al Circo Massimo, dove il Papa è arrivato nel tardo pomeriggio per ascoltare le domande dei giovani e dialogare con loro. Lasciando un forte messaggio durante la veglia di preghiera. L’esperienza vissuta al Circo Massimo il sabato e la domenica mattina in piazza San Pietro, come testimoniano alcuni giovani, ha lasciato un segno profondo.

“Durante la veglia ho rivissuto quanto avevo già provato a Cracovia, durante la Giornata mondiale della Gioventù nel 2016 - sottolinea Jessica -. Sono rimasta molto impressionata dal clima di profondo raccoglimento che si respirava nella veglia: c’era un tale silenzio che sentivo il mio respiro!”. Un aspetto che ha colpito anche Federica: “50mila giovani raccolti nel silenzio totale e nell’ascolto..., straordinario!”.

“È stata una bellissima esperienza di condivisione e di riflessione insieme a migliaia di altri giovani italiani: il Papa ci ha lasciato tanti piccoli tasselli da utilizzare per vivere meglio la nostra vita - afferma Giosuè Borgogno, centallese di 16 anni -; ci ha detto che l’amore è vendere tutto per comprare la perla preziosa, che la vita è rischiare tutto sul vero amore”. Parole che hanno colpito anche Federica: “Sì, ci ha incoraggiati a seguire i nostri sogni, a mettere l’amore al centro della vostra vita”. “«Non accontentatevi del passo prudente, ma abbiate il coraggio di guardare lontano rischiando tutto nell’amore». Queste parole - sottolinea ancora Jessica - sono totalmente controcorrente rispetto ad una società che invece ci spinge a programmare, a organizzare la nostra vita...”.

Tutti nelle parole e nello stile di Papa Francesco (qui a lato una sintesi dei due interventi) hanno compreso cosa significa una Chiesa capace di ascoltare i giovani, punto di partenza del Sinodo che si terrà fra due mesi: “Il Papa dialogando con alcuni giovani durante l’incontro ha dimostrato la sua vicinanza al nostro mondo, ha dato risposte concrete a domande esistenziali di tutti noi” (Federica). “La Chiesa che sogno non è quella che dice «I giovani di oggi non capiscono, i giovani di oggi non vanno più a messa, non si impegnano»... ma è quella che non punta il dito, che li aiuta a credere in se stessi, a sognare, a non aver paura, a guardare avanti. Questa è la Chiesa che ho sperimentato a Roma e alla Gmg!” (Jessica).

Certo, dopo questa straordinaria esperienza ora si tratta di vivere l’ordinarietà di ogni giorno. Che non è facile. Ne sono ben consapevoli i giovani che sono stati a Roma: “Le parole del Papa ci aiutano a vedere le cose di tutti i giorni in maniera diversa - afferma Federica -, a testimoniare quotidianamente il senso di gioia e di pace che abbiamo vissuto in questa due giorni romana”.