Europa, corto circuito o rilancio? Tre appuntamenti da tenere sott’occhio

Crescono pulsioni nazionaliste e xenofobe; in diversi Paesi aderenti all'Ue si affermano leader e partiti orientati a voltare le spalle a Bruxelles

Cresce, di giorno in giorno, il rischio di un grande corto circuito europeo. Le difficoltà in cui si dibatte il vecchio continente sono sotto gli occhi di tutti. Anche se – è sempre necessario ribadirlo – la crisi si alimenta non tanto a Bruxelles, quanto nei singoli Stati aderenti all’Unione, ciascuno dei quali attraversato da pulsioni spesso in contrasto tra loro (e comunque in conflitto con gli interessi degli altri Paesi): chiusure nazionaliste, spinte centrifughe, paure a sfondo xenofobo, reali disagi sociali, egoismi latenti, rifiuto delle dinamiche democratiche, evidente ridimensionamento della coscienza collettiva. Prima della politica europea, è la società europea ad essere malata.

E i sintomi della patologia prendono corpo nei momenti elettorali: in un’epoca segnata dall’assertività, dalle verità supposte anziché vagliate, discusse e verificate, dalle fake news dilaganti, il discernimento politico lascia spazio al tifo, la partecipazione personale e comunitaria al bene comune cede il passo alle falsità trasmesse (e ingurgitate) mediante il web... Continua a leggere