Manuela Maria Fissore Manager di chef internazionali

Esterofila per professione, gourmande per passione

Fin da piccola ha respirato aria di internazionalità e di buona cucina. Papà Gino, ai tempi responsabile export del Bottonificio fossanese e sovente all’estero per lavoro, le ha trasmesso la passione per i viaggi e per le lingue straniere. Negli anni in cui lei era bambina le trasferte di suo padre interessavano il Medio Oriente e l’Africa. Quando i clienti ricambiavano la visita, e anche all’aeroporto di Torino era raro vedere uomini in abiti lunghi, Gino da buon padrone di casa, li accompagnava a Sant’Albano Stura dove sua moglie si dilettava nel cucinare i piatti della tradizione. E così mamma Caterina, e le nonne Maria e Rina, hanno contagiato Manuela con l’amore per la cucina semplice e genuina. Dopotutto il desco, fino a qualche tempo fa, era a totale appannaggio femminile e la donna era la regina dei fornelli.

Manuela Maria Fissore, classe 1972, la più giovane di tre fratelli (Mauro e Alessandro) ha sempre avuto uno sguardo rivolto al mondo, una sana curiosità nei confronti della vita ereditata da mamma Caterina e un’attenzione particolare per tutto quello che riguarda il cibo e le sue declinazioni.

E così la sua formazione è passata per il liceo linguistico di Savigliano e Cuneo, con viaggi in Inghilterra, Francia e Australia, e la facoltà di Lettere a Nizza. La gavetta l’ha fatta in qualità di responsabile commercio estero in varie aziende della provincia, tra cui la prima ditta italiana che ha portato lo spinning come disciplina sportiva nel Belpaese e, grazie alla quale, in un ambiente prettamente maschile, ha fatto le sue prime esperienze all’estero. Poi ha spiccato il volo.

 

Intervista completa su La Fedeltà del 26 settembre 2018.