Papa Francesco: “Insieme ai giovani, portiamo il Vangelo a tutti”

La Giornata missionaria mondiale si celebra domenica 21 ottobre in tutte le parrocchie

“Ogni uomo e donna è una missione, e questa è la ragione per cui si trova a vivere sulla terra. Essere attratti ed essere inviati sono i due movimenti che il nostro cuore, soprattutto quando è giovane in età, sente come forze interiori dell’amore che promettono futuro e spingono in avanti la nostra esistenza”. Lo scrive Papa Francesco nel messaggio per la 92ª Giornata missionaria mondiale (dal titolo “Insieme ai giovani, portiamo il Vangelo a tutti”) che si celebra domenica 21 ottobre. Nel testo il pontefice si rivolge, in particolare, ai giovani. Ma “rivolgendomi a voi intendo includere tutti i cristiani”. “Vivere con gioia la propria responsabilità per il mondo è una grande sfida. Il fatto di trovarci in questo mondo non per nostra decisione, ci fa intuire che c’è un’iniziativa che ci precede e ci fa esistere”. Nelle parole del Papa la missione della Chiesa: “Annunciando ciò che ha gratuitamente ricevuto, può condividere con voi giovani la via e la verità che conducono al senso del vivere su questa terra. Gesù Cristo, morto e risorto per noi, si offre alla nostra libertà e la provoca a cercare, scoprire e annunciare questo senso vero e pieno”. Ai giovani quindi l’invito di Francesco: “Non abbiate paura di Cristo e della sua Chiesa. In essi si trova il tesoro che riempie di gioia la vita”. Poi, il Papa ricorda la sua esperienza. “Grazie alla fede ho trovato il fondamento dei miei sogni e la forza di realizzarli. Ho visto molte sofferenze, molte povertà sfigurare i volti di tanti fratelli e sorelle. Eppure, per chi sta con Gesù, il male è provocazione ad amare sempre di più”.

“Nella convivenza delle diverse età della vita, la missione della Chiesa costruisce ponti inter generazionali, nei quali la fede in Dio e l’amore per il prossimo costituiscono fattori di unione profonda” scrive Papa Francesco. “La trasmissione della fede, cuore della missione della Chiesa, avviene per il ‘contagio’ dell’amore, dove la gioia e l’entusiasmo esprimono il ritrovato senso e la pienezza della vita”, aggiunge il pontefice. La condizione indicata da Francesco è quella di avere “cuori aperti, dilatati dall’amore”. “All’amore non è possibile porre limiti: forte come la morte è l’amore. E tale espansione genera l’incontro, la testimonianza, l’annuncio; genera la condivisione nella carità con tutti coloro che, lontani dalla fede, si dimostrano a essa indifferenti, a volte avversi e contrari”. Il Papa indica poi le “estreme periferie”, cioè “ambienti umani, culturali e religiosi ancora estranei al Vangelo di Gesù e alla presenza sacramentale della Chiesa”, verso cui, “fin dalla Pasqua di Gesù, i suoi discepoli missionari sono inviati”. È il senso della “missio ad gentes”. “La periferia più desolata dell’umanità bisognosa di Cristo è l’indifferenza verso la fede o addirittura l’odio contro la pienezza divina della vita”, sottolinea Francesco. Il Papa osserva anche come “gli estremi confini della terra” per i giovani oggi “sono molto relativi e sempre facilmente ‘navigabili’”. “Il mondo digitale, le reti sociali, che ci pervadono e attraversano, stemperano confini, cancellano margini e distanze, riducono le differenze. Sembra tutto a portata di mano, tutto così vicino ed immediato”. Eppure “senza il dono coinvolgente delle nostre vite, potremo avere miriadi di contatti ma non saremo mai immersi in una vera comunione di vita”. Un dono che tanti giovani manifestano con il “volontariato missionario”, una “forma per servire i ‘più piccoli’”, “promuovendo la dignità umana e testimoniando la gioia di amare e di essere cristiani”. “Queste esperienze ecclesiali – conclude il messaggio – fanno sì che la formazione di ognuno non sia soltanto preparazione per il proprio successo professionale, ma sviluppi e curi un dono del Signore per meglio servire gli altri”.