Stormi di gru nei cieli del Fossanese

La loro presenza ha destato curiosità, alcune si fermeranno per l'inverno: la parola all'esperto

La loro presenza massiccia, nei cieli della provincia di Cuneo, non passa inosservata da settimane. È la gru - “grus grus” il nome scientifico - come spiega Pier Luigi Beraudo, ornitologo fossanese che si sta occupando, con l’associazione “Cuneo birding”, proprio del monitoraggio di questa specie.

Beraudo, presentiamo la grus grus.

È un uccello di grandi dimensioni, con apertura alare di quasi 2,5 metri e un peso di 5 o 6 chilogrammi; la sua dieta è principalmente vegetale. Specie euroasiatica che conta una popolazione globale di 200, 250mila coppie, in Europa nidifica nei Paesi centro-nord orientali; in Russia è concentrata la gran parte della popolazione del nostro continente. Il suo ambiente elettivo è costituito dalle zone umide semi-alberate e con erbe alte.

Perché è venuta a trovarci?

Negli ultimi 15 anni questa specie  ha fatto registrare un forte incremento delle presenze nel Nord Italia, soprattutto durante la migrazione ma anche in svernamento. Le gru che transitano qui da noi fanno parte della popolazione nidificante europea di questo uccello: in gran parte provengono dalla Russia e dai Paesi baltici e sono dirette per lo più in Spagna. Le vallate del Cuneese, chiudendo la catena alpina a sud ovest, formano una sorta di imbuto nel quale tutti gli uccelli migratori che percorrono il Nord Italia  da est ad ovest sono obbligati a passare: per questo motivo qui da noi si concentrano  con frequenza le osservazioni di questo splendido animale. 

Molti, però, riferiscono di non aver mai visto tante gru qui da noi...

Il fenomeno emerso in questi giorni, con diverse migliaia di individui osservati  in un breve lasso di tempo, è stato eccezionale: negli anni passati la migrazione della gru si spalmava su un più lungo periodo, sia pur con numeri rilevanti in alcune giornate di forte migrazione. Il freddo intenso e improvviso che ha interessato nei giorni passati le regione dell’est europeo ha sicuramente avuto in questo caso un ruolo determinante, anche associato ad un cambiamento della direzione dei venti in quota. La concentrazione di uccelli registrata qui da noi, in termini di frequenza e consistenza dei gruppi,  è stata inoltre favorita dal tempo in parte perturbato e dalla conseguente formazione di veri e propri “tappi” di nuvole sui valichi alpini: questa situazione ha spesso determinato un comportamento più erratico ed indeciso degli stormi e li ha resi più visibili. Ha determinato inoltre in alcuni casi la formazione di voli enormi, per aggregazione dei gruppi,  con stormi di alcune centinaia di individui in pianura e fino ad oltre un migliaio nella vallate; non è passato inosservato neanche il volo notturno di questa specie, grazie ai forti richiami che sono emessi di continuo durante il volo.

Quanto resteranno questi visitatori?

La migrazione della gru proseguirà almeno fino a dicembre, probabilmente con numeri inferiori rispetto a quanto osservato finora. Stiamo però anche aspettando le gru che decideranno di passare l’inverno qui da noi:  questo accade con regolarità da ormai diversi anni e anche con presenze numericamente importanti registrate nell’area umida del centro anatidi e cicogne di Racconigi e anche nel Fossanese.