La sua tesi “Relazioni tra settore pubblico e privato e ricostruzione del distretto centrale di Beirut” l'ha portata lontano, facendola avvicinare e appassionare a quel mondo, il Medio Oriente, caratterizzato da grande bellezza e profonde incoerenze a cui i mezzi di informazione non mancano di dare risalto.
Stiamo parlando di Roberta Ventura, classe 1973, di origini saluzzesi ma fossanese dalla nascita fino alla terza media, bocconiana, attiva tra Ginevra e Londra nel settore dei servizi finanziari e di asset management dal 1997 al 2017.
Nel 2013 fonda SEP Jordan, una start-up che coniuga moda e visione etica: in Giordania un gruppo di rifugiate realizza capi di abbigliamento, accessori e articoli per la casa, che si distinguono per i colorati ricami ispirati alla tradizione mediorientale. Sono oltre 350 le artiste appartenenti a SEP Jordan rifugiate in questo Paese e alcune anche da quattro generazioni.
Il principio ispiratore che ha mosso Roberta Ventura a creare questa realtà parte dalla ferma convinzione che i rifugiati abbiano diritto all'occupazione, all'istruzione e alla creazione di un percorso di crescita che li conduca all'autosufficienza e a una nuova prospettiva personale e professionale.
Veniamo a conoscenza della sua singolare storia grazie alla fossanese Corinna Linzas, in estate ospite del nostro settimanale e sua compagna di scuola.
E così incontriamo Roberta per un caffè virtuale. Vi proponiamo l’interessante confronto.
Intervista completa sul numero di mercoledì 21 novembre.