Gmg Panama da noi, “l’entusiasmo della vita bisogna mantenerlo tutti i giorni”

500 giovani radunati a Fossano, per celebrare una festa gioiosa, sull’esempio di Papa Francesco

Non è esagerato dire che parte dell'entusiasmo che si è visto trasmettere nella Gmg da Panama è passato anche a Fossano, sabato 26 gennaio. L'incontro nella nostra città, organizzato dagli Uffici di pastorale giovanile delle cinque diocesi del cuneese (in concomitanza con l'evento svoltosi nel paese centro americano, che ha radunato migliaia di giovani con Papa Francesco), ha permesso innanzitutto uno scambio di saluti sul sagrato della chiesa dello Spirito Santo, nei cui locali è proseguita la serata. Offrendo quindi uno scambio di esperienze spirituali e di felicità, sulle note, il ritmo e i messaggi della band di musica pop, rock, dance, cristiana, “I reale”.

“Non siamo qui parcheggiati in attesa della veglia con Papa Francesco”, (che è stata trasmessa poi più tardi su maxischermo), ha detto Alessandro, chitarrista e leader del gruppo (che, oltre alla moglie Francesca, la vocalist, è accompagnato da Marco al sax, Luca al basso e Dario alla batteria). “Siamo qui per celebrare una festa, per vivere insieme la gioia”. E che gioia!

Se, come in ogni inizio, tutti e 500 i convenuti erano timidamente impacciati ad aprirsi, man mano che le canzoni si susseguivano, il giovane pubblico ha incominciato a lasciarsi coinvolgere con la gestualità del corpo, a riprova di un crescente entusiasmo. Alternato a momenti di riflessione o di ascolto di brani dall'accompagnamento melodico, capaci di toccare in profondità le corde dell'anima e del sociale; “Quanto sei disposto a dare?”, le celeberrime “Sono figlio di un Re” e “Alla porta del cielo”. O ancora “Giorno 1” tratto dal loro ultimo album “Travolgimi”, che afferma: “Ogni cosa che farò durante il giorno la farò per Te. Per la Tua gloria e non la mia, io canterò, mi donerò”.

Parole che sono frutto di due profonde conversioni; quella di Alessandro e di Francesca, avvenute alla Comunità Cenacolo. “Andateci una volta”, ha esortato lei, che, nei suoi sette anni di permanenza ha cambiato totalmente vita, “ammettendo il mio fallimento nella droga”, e “incominciando a pregare giornalmente”. Poi, uscita dalla comunità con il marito, hanno “messo Dio un attimo da parte”. Si accavallavano le preoccupazioni della quotidianità. “Non abbiamo fatto niente di male, ma non eravamo felici. L'entusiasmo della vita bisogna mantenerlo tutti i giorni. Giovani non accomodatevi; Gesù è una buona (unica?) ripartenza!”.

La loro musica intanto prosegue ancora e apre quindi il sipario all'adorazione, accompagnata da altri canti, a cui ha fatto infine seguito un momento di fraternità e poi la veglia con il Papa, video trasmessa da Panama. Quando intanto il clima si era già caricato di una nuova energia spirituale, di cui tutti erano consapevoli e di cui tutti erano il riflesso. “Solo quello che si ama sarà trasformato, solo quello che si abbraccia può essere trasformato” dirà quindi il pontefice da Panama, ponendo al centro dell'attenzione l'accoglienza alla vita, agli ultimi, agli emarginati, com'è nello stile e nel messaggio del suo pontificato. Indicando come pericolo vero “quello di non lasciarsi aiutare”, ed auspicando che nessuno rimanga “senza istruzione, senza comunità, senza lavoro e senza famiglia, perché altrimenti non si può progettare un futuro; se no, per chi vivere?”. Ed ha esortato gli anziani ad “essere custodi verso tutto ciò che ci permette di appartenere; solo così il mondo sarà migliore”.

Il vescovo di Cuneo e Fossano, Piero Delbosco, ha ripreso il discorso della veglia la mattina seguente, domenica 27, nella messa presieduta in Cattedrale, concelebrata con il vescovo di Mondovì, Egidio Miragoli, ed animata dai giovani stessi. Ripresentando “Maria, donna della storia, che ha accettato non passivamente il progetto di Dio”. E, ancora a partire dalle parole di Francesco, ha invitato a “rimuginare” e ad “andare oltre” i propri stessi limiti, ricordando don Giovanni Bosco, modello della nostra terra, di cui si celebra la memoria il 31 gennaio. “Apriamo il cuore”, ha augurato infine a tutti i presenti, “sapendo che, comunque, non siamo soli in questo cammino”.