Gmg, rientrati da Panama i tre giovani della diocesi di Fossano

I giovani piemontesi accolti a Panama a suon di musica e folklore tradizionale locale

Sono atterrati, ma il loro entusiasmo è (ancora)... al settimo cielo! Di ritorno dalla Giornata mondiale della gioventù con Papa Francesco a Panama, abbiamo raccolto le impressioni a caldo di Federica Cavallo e Sabina Serra (che insieme a Jacopo Pirra hanno rappresentato la nostra diocesi in questo viaggio). Con loro abbiamo fatto un breve bilancio della loro esperienza ecclesiale in questo paese del centro America. Facendoci raccontare un assaggio di quello che hanno vissuto durante il periodo del loro soggiorno. “Tanta felicità nei volti”, ci dice Sabina, che ha riscontrato “sia nei ragazzi che hanno viaggiato con noi, ma che alla partenza non conoscevamo ancora. E sia nelle famiglie panamensi che ci hanno accolto”.

“E che accoglienza!” continua Federica. “Non appena giunti in aeroporto a Panama, e raggruppati come Piemonte 1 insieme ad altri cinquanta giovani della nostra provincia, siamo stati destinati nella zona rurale della cittadina di Chitrè; la gente di quella località ci stava già attendendo allo scalo per darci il benvenuto, cantando e ballando, con canzoni ed abiti tradizionali! Non avevo mai sentito prima di un'accoglienza del genere! Siamo rimasti strabiliati! Avevano solo più da stenderci un tappeto rosso; mi son sentita anche imbarazzata da tanto calore. Ci hanno accolto come fossimo dei vip”.

Affetto, passione ed amicizia, verso persone mai viste, ma di cui si stavano preparando da tempo a dare il benvenuto, sulla base di quella fede che unisce trasversalmente i popoli e che fa dei cattolici, quando il Papa chiama, un'unica grande famiglia. Ogni popolo, poi, organizza eventi del genere, secondo le sue proprie caratteristiche di costume e sensibilità. I nostri giovani sono così arrivati a destinazione del loro soggiorno all'una e mezza di notte, e quando ormai credevano che molti stessero dormendo. “Invece, non appena arrivati, hanno fatto partire i fuochi d'artificio! Tutti radunati con la musica e i vestiti variopinti. Persone che si sono dimostrate, in generale, davvero affettuose, abituate a vivere l'attimo in modo tranquillo. Nei giorni della nostra permanenza abbiamo visto parate e folklore locale. E poi celebrato messa tutti i giorni. Nella giornata finale ci hanno preparato anche un piccolo spettacolo di congedo, con i loro balli tipici”, ha aggiunto Sabina.

Gli spostamenti sul territorio, previsti con minibus da dieci persone l'una, “sono sempre stati scortati dalla polizia (avendo paura di possibili ritorsioni locali per via della povertà, cosa che in realtà non è mai, fortunatamente, accaduta). Diciamo che lo Stato con queste figure di riferimento si è preso cura di noi” ci hanno ancora spiegato le due ragazze. “Anche se Panama non è mai risultato, in tutti i giorni della nostra permanenza, un paese violento, anzi”. Addirittura un giorno, mentre stavamo mangiando in Panama vecchia, “si è avvicinato un senza tetto, che ci ha dato un po' (ma solo un po') fastidio. È bastato questo affinché tutti gli altri anziani che lo hanno visto si siano arrabbiati con lui, rimproverandolo duramente perché temevano che con questo suo atteggiamento avrebbe lasciato a noi turisti una cattiva impressione della loro nazione!”.

La Gmg è entrata nel vivo dell'evento nei giorni successivi, per finire con la veglia con Papa Francesco, di cui c'è già stata cronaca. “È stata molto bella - ci dice Sabina -, vissuta in modo profondo, anche se tante cose, essendo state dette in spagnolo, non le capivo”. Le traduzioni, si sa, danno un effetto in differita su chi le ascolta, mentre la maggior parte dei partecipanti erano di origine latino americana (o magari anche dal nord America). E, tra questi, poi, tantissimi brasiliani.

Chiediamo ancora loro qual è la cosa più bella che hanno portato con sé da questa esperienza. “L'unione che si è creata con persone che non conoscevamo. Un legame che speriamo continui anche adesso che siamo ritornati in Italia” ci dice, senza ombra di dubbio, Federica. “Con noi del Piemonte - continua Sabina - sono partiti otto don (sacerdoti), e tra questi c'era anche il vescovo Brunetti di Alba, tutti molto simpatici e disponibili. Abbiamo fatto moltissime cose insieme come gruppo, per esempio il bagno in mare”. C’è stato anche un po' di tempo per un sano divertimento, dunque, e per qualche giorno di turismo, visitando il coloniale quartiere di Casco Viejo nella capitale, il canale di Panama, incontrando la comunità (indigena) “embera”, e andando alle Isole San Blas (che hanno raggiunto “con delle barchettine, in acque oceaniche”). Compiendo così un viaggio che rimarrà nella loro memoria, unico e irripetibile.