Messe di suffragio spostate in giorno feriale, le ragioni di una scelta

Intervista a don Pierangelo Chiaramello, Vicario generale della diocesi

Da domenica 10 marzo in tutte le parrocchie della diocesi di Fossano sarà introdotta una modifica relativa alle messe di settima, trigesima e 1° anniversario: non saranno più “collocate” nella messa festiva del sabato o della domenica, ma in un giorno feriale, con una determinata messa serale durante la settimana o al sabato mattina. Una pratica che alcune parrocchie della diocesi osservano da anni, anche in seguito alle indicazioni della Conferenza episcopale piemontese e del Sinodo diocesano.

Per capire meglio le ragioni di questa scelta e più in generale su come valorizzare “la pastorale del lutto” abbiamo intervistato il Vicario generale don Pierangelo Chiaramello. Che afferma: “È un valore aggiunto alla pastorale parrocchiale che in questo modo dà un’attenzione specifica al dolore delle persone, delle famiglie e degli amici: con un contesto liturgico adeguato, dedicato ad una più seria considerazione del tempo del lutto, accompagnandolo con il tradizionale ricordo in suffragio dei defunti a sette e trenta giorni e a un anno dalla scomparsa. Una celebrazione - precisa il vicario - che inoltre può prendere seriamente in conto il fatto che molti si ‘affacciano’ al mondo della fede specialmente in queste occasioni (e in special modo ai funerali), un tempo chiamate, appunto, «celebrazioni della soglia». Ogni comunità o unità pastorale collocherà queste messe nel ritmo feriale, facendo le scelte più consone alla propria realtà e sostenibili per il futuro”

Quali sono le ragioni teologiche e liturgiche di questa modifica?

Le messe di settima, trigesima e 1° anniversario, nelle nostre zone hanno un grande valore e sono molto sentite dalla popolazione, in quanto espressione della compagnia solidale di una comunità per una famiglia colpita dal lutto. In questo senso le messe devono poter esprimere liturgicamente tutte le potenzialità possibili rispetto alla cura del lutto dei famigliari, amici e conoscenti. Queste messe hanno bisogno di canti significativi, letture e preghiere proprie, una predicazione adeguata. Tale attenzione al lutto, infatti, non si può dare compiutamente nella celebrazione e nella predicazione delle messe domenicali e festive, perché i formulari biblici (le letture) ed eucologici (le preghiere) hanno molto spesso un’altra tonalità. Le messe di settima, trigesima e 1° anniversario, invece, devono poter essere celebrate in tutte le loro parti proprie, e questo diventa possibile se sono celebrate ad esempio in un orario serale già previsto (o anche al sabato mattina là dove è proprio necessario e anche possibile); oppure si possono prevedere in una serata dedicata a questo scopo qualche volta nel mese. In questo modo si creerà uno spazio di autentica attenzione alle domande e alle esigenze dei tempi del dolore, del lutto delle famiglie interessate, ma anche della comunità che potrà così riflettere circa il fine della vita, la morte e risurrezione di Cristo, la vita eterna come prospettiva reale nella fede. E su questo non ci piove: tutti, prima o poi, saremo chiamati a compiere il ‘grande passo’, varcando la soglia dell’eternità. 

Intervista completa (e altri servizi) su La Fedeltà in edicola il 6 febbraio