Un Sinodo nello stile patagonico per imparare a camminare insieme

A Comoro Rivadavia operano sacerdoti fossanesi e missionarie diocesane; il racconto dell’esperienza ecclesiale in corso (1ª parte)

Sinodo di Comodoro Rivadavia

Argentina, Patagonia, Comodoro Rivadavia, Sarmiento, Trelew, Puerto Madryn, Rada Tilly… nomi di regioni e città lontane ma in qualche modo vicine per tutte le volte in cui, sulle pagine di questo giornale, è stata raccontata l’esperienza di noi sacerdoti fossanesi presenti in Patagonia fin dal 1963. Non possiamo certo dimenticare il caro Gianfranco Bianco che s’incaricava con i suoi articoli vivaci di farci sentire vicini in diocesi di Fossano. Il tempo passa, ogni anno aggiungiamo un tratto in più al cammino di Chiesa in questa diocesi di Comodoro Rivadavia, gemellata con Fossano da più di 50 anni.

Due anni fa abbiamo festeggiato i sessant’anni della diocesi, in un preciso momento del cammino pastorale che va scandendo il ritmo della nostra evangelizzazione: la conclusione della seconda tappa di “evangelizzazione”, che ha fatto seguito a quella dedicata a un “primo annuncio”. Un cammino lento, con i suoi alti e bassi, successi e difficoltà, segnato dal Progetto pastorale diocesano che da quasi 30 anni va incidendo nella vita concreta delle comunità parrocchiali. La conclusione di una tappa e i sessant’anni della diocesi sono stati i due motivi fondamentali per decidere la realizzazione di un Sinodo diocesano, il primo nella storia. Il vescovo di Comodoro Rivadavia, mons. Joaquín Gimeno Lahoz, nel 2017 convocava il Sinodo diocesano. Proponeva di realizzarlo come un “cammino condiviso d’incontro, celebrazione e invio del Popolo di Dio della diocesi di Comodoro che, con grata memoria, riflette sul presente per illuminarlo partendo dall’ascolto dello Spirito nel suo Popolo”. Per raggiugere quest’obiettivo si è tenuto conto della partecipazione graduale della nostra gente, rispettando, nel suo svolgersi, le fasi e i momenti di un percorso programmato in un periodo di tempo di due anni (2017 – 2019).

Le varie tappe

Anzitutto la “fase della convocazione del Sinodo” con la lettera del vescovo recapitata ad ogni famiglia, mediante una rete capillare di diffusione, che invitava a mettersi in cammino sinodale (sinodo = camminare insieme), a sua volta affiancata da una vera e propria “campagna di preghiera”, per invocare il dono e l’assistenza dello Spirito Santo (vedi scheda “Preghiera per il Sinodo”). È seguita poi la “fase della consultazione” del popolo di Dio (ottobre 2017 – aprile 2018) con l’invio ad ogni famiglia di tre grandi gruppi di domande riguardanti la situazione che si vive (la realtà di ogni giorno con i suoi problemi e difficoltà), la partecipazione di ognuno nella società, nel quartiere e nella Chiesa e quella sulle sfide della fede oggi. Le domande, oltre a permettere di offrire un’opinione su ogni aspetto, sollecitavano anche dei suggerimenti che in qualche modo coinvolgessero l’intervistato per farlo sentire parte attiva della questione. Dopo aver lasciato un tempo adeguato in modo che ognuno potesse rispondere con calma alle domande, conservando l’anonimato, i messaggeri sono passati casa per casa a ritirare le risposte. Da quel momento ogni comunità parrocchiale ha intrapreso un lavoro arduo, affidato ad un gruppo esperto di volontari, con l’obiettivo di fare sintesi di tutte le risposte, rispettandone il linguaggio e il contenuto e raggruppandole per similitudini e concetti. Si è giunti così ad una sintesi il più possibile completa di ciò che il Popolo di Dio ha voluto condividere, sottolineare, suggerire.

A questa fase sono seguite la riflessione comunitaria e la celebrazione festiva dapprima a livello parrocchiale. Ciò ha permesso di offrire alle comunità la possibilità di riflettere insieme su ciò che aveva espresso la gente, individuando i punti nevralgici del sentire comune. Per esempio, in alcune parrocchie questa riflessione si è svolta contemporaneamente in diversi punti della parrocchia, permettendo una maggior partecipazione. Dopo il livello parrocchiale la stessa metodologia è stata applicata a livello interparrocchiale o di “decanato” (come lo chiamiamo qui), in modo da condividere la riflessione tra le diverse comunità e far emergere “los clamores”, ossia il “grido” sui vari aspetti emersi dalla consultazione popolare. Nel frattempo, mediante un questionario “ad hoc” anche i sacerdoti e i diaconi della diocesi hanno risposto alla consultazione riflettendo sulle difficoltà del “camminare insieme” ed evidenziando le richieste e le sfide che emergono dal popolo di Dio.

Dal 6 aprile l’assemblea a Comodoro

Il cammino percorso insieme finora è stato una reale esperienza sinodale ed è culminato nell’Assemblea pastorale diocesana del gennaio scorso. Ora siamo in attesa delle prossime tre sessioni sinodali che si terranno ad aprile, maggio e giugno con i rappresentanti di ogni parrocchia, le equipe pastorali diocesane, le istituzioni e i movimenti: quasi duecento persone chiamate a lavorare direttamente sull’ “Instrumentum laboris” maturato finora. Per poter realizzare insieme questa parte finale del Sinodo si richiederà certamente un grande sforzo da parte dei “sinodali” sia per le notevoli distanze delle città da Comodoro, cuore della diocesi (450 Km da Puerto Madryn, 150 da Sarmiento, 270 da Rio Mayo), sia per assicurare alloggio e vitto ai partecipanti ospitati in casa di varie famiglie; senza dimenticare il lavoro richiesto durante le sessioni per tradurre le sfide derivate dai “clamori” in proposte pastorali che orienteranno il futuro cammino della diocesi.

La messa crismale di venerdì 5 aprile ci vedrà riuniti in assemblea sinodale nella Cattedrale di Comodoro Rivadavia; il giorno seguente daremo inizio ai lavori. Ci affidiamo perciò alla preghiera di tanti che vorranno, anche da lontano, accompagnare questo importante momento di confronto e decisione.

don Elio RICCAa nome dei sacerdoti fossanesi e delle missionarie diocesane