Le comunità cristiane della Siria provano a rinascere, aiutiamole

Oltre all’aiuto umanitario, a politiche che favoriscano il ritorno degli sfollati e la ricostruzione materiale, occorre contribuire a ricostruire il tessuto umano, relazionale e sociale delle persone e dei nuclei familiari

La Quaresima di fraternità - elaborata dalla Caritas in collaborazione con l’Ufficio missionario della diocesi di Fossano - impegna tutti i credenti sul fronte della condivisione, spingendoli ad allargare lo sguardo sul mondo.

Dopo il Brasile proviamo a volgere lo sguardo verso est, verso la Siria e le comunità cristiane duramente provate da nove anni di guerra. Sul campo restano, secondo le stime, mezzo milione di morti – di questi più di 20mila sono bambini, e milioni di rifugiati (Turchia, Libano, Giordania e Iraq) e sfollati interni. Nel Paese non si sente più parlare di violenti combattimenti, di bombe e di distruzione massiva, anche se si combatte ancora in alcune aree di Aleppo e il futuro di Idlib (provincia che si trova al confine con la Turchia), dove si è concentrata l’ultima resistenza jihadista, è incerto.

Ad Aleppo - da cui provengono alcune famiglie siriane ospitate a Fossano - opera padre Ibrahim Alsabagh, parroco della chiesa di San Francesco. “Anche se i missili hanno smesso di cadere su Aleppo, sappiamo per certo che l’emigrazione continua ancora – dice padre Alsabagh, contattato dall’agenzia Sir –. La ragione principale, più forte di tutte le circostanze terribili in cui verte il Paese, è il sentimento di insicurezza nei cuori feriti”. Un’insicurezza nei rapporti con l’altro e paura che colpisce soprattutto i giovani. Quelli rimasti, perché generazioni intere di ragazzi sono fuggiti dal Paese o sono morti combattendo e per questo, rivela il francescano, “il rapporto tra ragazzi e ragazze è di 1 a 12, i matrimoni sono drasticamente diminuiti e chi vorrebbe sposarsi non può farlo perché vive sotto la soglia di povertà, non ha modo di procurarsi cibo e medicinali, non ha una casa e non trova lavoro”. Il parroco esorta, inoltre, a “non ignorare gli almeno 4 milioni di bambini tra 0 e 9 anni, che non hanno visto altro se non la guerra; di questi almeno 2.000 solo ad Aleppo vivono abbandonati tra le macerie senza né padre né madre, isolati dalla comunità perché considerati figli del peccato. Tutti loro sono cresciuti feriti profondamente nel cuore, senza desideri o sogni. Non parlano, non ridono, non giocano: sono affetti da depressione infantile, sono distratti a scuola, scontrosi, chiusi in se stessi dentro una realtà distorta fatta di violenza e terrore”.

In questo clima di violenza e di morte, le comunità cristiane della Siria stanno vivendo la Quaresima e si apprestano a celebrare la Settimana Santa. Comunità provate e sfibrate dalla guerra, smembrate, decimate… I soldi raccolti con la Quaresima di fraternità serviranno quindi a dare concretamente una mano alle comunità cristiane che hanno vissuto e stanno vivendo questo dramma umanitario. “La ricostruzione deve iniziare dalle comunità, dalle persone - spiega Nino Mana, direttore della Caritas -. La guerra ha creato divisioni, fratture profonde, un clima di incertezza, sospetto, odio… un po’ come quello che si viveva in Italia all’indomani della guerra. Dunque, accanto all’aiuto umanitario, a politiche che favoriscano il ritorno degli sfollati e la ricostruzione materiale, occorre aiutare a ricostruire il tessuto umano, relazionale e sociale delle persone e dei nuclei familiari”. Con programmi che sostengano il ritorno delle persone, favoriscano l’avvio lavorativo, puntino all’educazione e alla pacificazione.

Per le offerte

Chi desidera può lasciare la propria offerta in parrocchia o nell’ufficio del Centro missionario e della Caritas diocesana (aperto il lunedì, mercoledì e venerdì dalle 8,30 alle 12,30 in via Vescovado 12, a Fossano, tel. 0172.636264, e-mail caritasfossano@gmail.com); oppure può versarla direttamente su conto corrente bancario intestato a Caritas diocesana Fossano (Iban: IT 29 T 06170 46320 00000 1603189) presso la Crf, via Roma 122, a Fossano, indicando la causale “Quaresima di fraternità 2019”.