“Oggi il Garavan non fa più paura”

Nella storica discarica di Bene Vagienna con il comitato "Paese nostro": trent'anni fa, il sito divenne un "caso"

“Garavan? Per molti giovani questo nome non significa nulla (al massimo, il nome di una località e niente di più), mentre le generazioni dei genitori gli sanno attribuire un preciso significato: essi ricordano l’impegno pluriennale dell’allora comitato Ambiente, in collaborazione  con l’Amministrazione comunale, per risolvere (o tentare di risolvere) un grave  problema di inquinamento ambientale”.

Inizia così la relazione che,  di recente, ha pubblicato il comitato ambientalista di Bene Vagienna “Paese nostro”: riguarda la discarica del Garavan, che prende il nome dalla zona in cui si trova, nel territorio di Bene Vagienna al confine con il Comune di Piozzo. “Un’immensa discarica, di categoria 1, ormai chiusa da circa 30 anni - precisano da «Paese nostro» -, che a lungo accolse enormi quantità di rifiuti provenienti da varie zone  d’Italia e d’Europa, con valori più o meno elevati di tossicità”. A tre decenni dalla chiusura del sito, il Comitato ambientalista ha fatto compiere delle verifiche per assicurarsi che non vi siano più rischi per la salute. Il responso, rassicurante, dice che oggi non vi è nulla da temere: una sorta di lieto fine per una vicenda che, negli anni di attività del sito, si trasformò in un vero “caso”, fra timori per la salute dei residenti, battaglie per la chiusura della discarica e ampi servizi della stampa locale.

L’indagine

Spiegano da “Paese nostro”: “La discarica è costituita da una pseudocollina (fatta di rifiuti tossici), coperta da un manto erboso e da vegetazione arborea, che produce sempre percolato, cioè un liquido generato dalla decomposizione dei rifiuti, con quantità più o meno elevata  di inquinanti organici e inorganici: questo percolato confluisce in una grande vasca di raccolta. Inoltre, tutto intorno all’area sono situati i piezometri, specie di pozzi che permettono il monitoraggio delle acque sotterranee. Per questa ragione, in data 24 settembre 2018 abbiamo inviato al Dipartimento territoriale dell’Arpa di Cuneo e, per conoscenza, al sindaco di Bene Vagienna Claudio Ambrogio, la richiesta di documentazione relativa ai dati di monitoraggio della discarica”. Più precisamente, sono state richieste “periodicità dei controlli, verifica della tenuta della vasca, analisi chimiche del percolato, analisi chimiche delle acque sotterranee di raccolta del percolato prelevate dai piezometri, analisi chimiche delle acque superficiali che scorrono nella zona della discarica”.

Gli esiti

Il 20 novembre dello scorso anno, l’Arpa ha comunicato a “Paese nostro” gli esiti dei controlli effettuati negli ultimi 5 anni.

 Si apprende così che “la discarica del Garavan risulta monitorata, con frequenza annuale, dal Servizio territoriale di tutela del Dipartimento Arpa”: “Gli esiti dei monitoraggi  comprendono la verifica  dello stato generale della discarica, del sistema di captazione  e termodistruzione del biogas, del sistema di raccolta e stoccaggio del percolato; il controllo  dei quantitativi di percolato avviato a smaltimento; il prelievo di campioni di percolato e di acque sotterranee”. “A partire dai rapporti di prova - proseguono dal Comitato ambientalista -, si sottolinea come ad oggi le caratteristiche chimico-fisiche del percolato confermano la necessità di procedere alla sua raccolta ed allontanamento presso smaltitori autorizzati: da gennaio a settembre 2018, il quantitativo di percolato avviato a smaltimento  è stato pari a circa 3.177 tonnellate”.

Per quanto riguarda la verifica della tenuta della vasca di raccolta del percolato, “il Dipartimento Arpa non esegue prove di tenuta della vasca, tantomeno è attrezzato per tali attività” che spettano al Settore territoriale di Tutela della provincia di Cuneo e del Comune di Bene Vagienna. Quanto ai piezometri per il monitoraggio delle acque sotterranee, “risulta che negli anni le analisi hanno evidenziato variazioni del quadro idrogeochimico, senza tuttavia destare preoccupazioni, né tantomeno rendere necessaria l’attivazione di procedure di bonifica”: anzi, “le analisi delle acque sotterranee prelevate a luglio 2018 parrebbero evidenziare un miglioramento del quadro idrogeochimico”. Vengono citati, ancora, “i corpi idrici superficiali che scorrono nella zona della discarica” - ovvero rio Trino, rio Eremita, rio Rilavetto - il cui monitoraggio non rientra nei compiti dell’Arpa:  “Sarà cura del Comitato richiedere alle autorità competenti una verifica della qualità delle acque superficiali che scorrono vicino al sito”.

Arriva infine la “sentenza” favorevole dell’Arpa, secondo cui “ad oggi non sussistono, né tantomeno sono state riscontrate in passato circostanze tali da ravvisare  situazioni di allarme legate alla discarica in questione”.