A Trinità la Camminata del ricordo

Appuntamento per giovedì 25 aprile alle 15

L’Amministrazione comunale celebra il 25 aprile con la prima “Camminata del ricordo” sulle orme ripercorse da Calogero Bracco nelle sue ultime ore di vita. Un partigiano qualunque venuto a morire dalla sua Sicilia, precisamente dal paese di Petralia Sottana (paese con cui Trinità è gemellata dal luglio del 2015) a Trinità, dopo essere stato barbaramente massacrato e umiliato pubblicamente per mano dei granatieri repubblichini. Bracco scelse di morire, dopo atroci torture, piuttosto che rivelare i nomi dei suoi compagni della brigata Valle Ellero. Fu incatenato a un’auto, trascinato per tutto il paese senza che alcuno potesse portargli aiuto. Le sue grida di dolore furono coperte da una musica assordante trasmessa via megafono. Spirò nella palestra (l’attuale biblioteca), confortato dal vice parroco don Bellisio, l’unico che potè avvicinarlo. Era il 9 aprile del 1945, Calogero aveva solo 27 anni. “Questo era Calogero Bracco - dice il sindaco -. Un giovane che come tanti altri giovani è giusto ricordare. E per questo è importante continuare a organizzare manifestazioni come questa per non dimenticare che la libertà è stata conquistata a caro prezzo e in nome di questi martiri abbiamo il dovere di difenderla”.

Il percorso della camminata parte alle 15 dai Molini dove il giovane Bracco fu arrestato, si attraverserà via Braida facendo tappa al pozzo dove continuarono le torture e dove gli spararono.

La camminata attraverserà, quindi, piazza Umberto I verso parco Allea dove sarà inaugurata una lapide in ricordo di Calogero Bracco e dei fratelli Oggione di Trinità, Carlo e Gioacchino, di 17 e 21 anni, e di Edoardo Galleano, 14 anni,  di Frabosa Soprana, uccisi il 9 gennaio del 1944 dai fascisti per rappresaglia mentre stavano innocentemente giocando in Piazza nuova. Altre tredici persone rimasero a terra ferite dalle mitragliatrici tedesche. “Ci tengo che al parco dimori questa lapide - aggiunge il sindaco - perché i bambini di oggi sappiano che altri ragazzi che come loro stavano giocando in questo campo hanno perso la vita a causa della guerra!”.

Articolo su la Fedeltà di mercoledì 17 aprile