Giunta alla sua 56ª edizione, la Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni verrà celebrata il 12 maggio dalla Chiesa cattolica. A livello locale sono state programmate due veglie di preghiera che si terranno nella parrocchia di Centallo giovedì 2 maggio (alle ore 20.45) e nel Seminario di Cuneo il giovedì seguente, 9 maggio (sempre alla stessa ora), animate rispettivamente dal coro giovani delle parrocchie del fossanese e dal coro giovani della parrocchia del Sacro Cuore di Cuneo.
Il tema di quest’anno, “Come se vedessero l’invisibile”, è stato preso a prestito dalla celeberrima frase tratta dal Piccolo Principe: “L’essenziale è invisibile agli occhi”. “Se il nostro sguardo si fa attento e il cuore aperto - si legge nel sussidio a cura dell’Ufficio nazionale della pastorale vocazionale -, i nostri stessi occhi colgono la possibilità di vedere oltre, di vedere l’oltre... quell’Invisibile che si fa tutto nella Storia, che si fa presente e vivo, reale nella nostra storia”. Ma il titolo del tema suggerisce ancora altre piste di lettura; “lo sguardo sorpreso di Mosè che coglie il non bruciare del roveto e intuisce la vicinanza dell’Insondabile; lo sguardo esterrefatto dei discepoli sul Monte Tabor che vedono ciò che non comprendono”. Oppure “l’esperienza del cristiano che “ha visto”, col cuore, nell’anima o con gli occhi la realtà trasfigurata nell’incontro con il Risorto”. Infine, guardare l’Invisibile è gettare “lo sguardo nuovo sulla realtà”, quella “dei figli che riconoscono il compiersi del Regno di Dio in mezzo a ciò che non lo è”. Allo stesso modo in cui si ritiene di scegliere qualcosa di possibile in mezzo all’impossibile, come, ad esempio, la propria vocazione. Che significato ha? E perché dedicarvi addirittura degli eventi di preghiera?
“Prima di tutto bisogna avere sensibilità verso questo tipo di scelta, che è realizzabile ed è bella”, ci dice animatamente convinto don Andrea Ciartano, responsabile diocesano per la pastorale vocazionale. “E poi ricominciando a parlare di fede, senza la quale è difficile proporre la consacrazione di un giovane. Genitori e figli sono barcollanti su questo aspetto” e forse non tutti sanno “cosa voglia dire seguire Gesù”. Avere le idee chiare, incontrarsi e pregare significa anche capire di più chi sia e cosa faccia un consacrato per il popolo che gli è stato affidato. Infine, pregare significa anche riscoprire “il senso di unità e di comunità, focalizzarci verso questo obiettivo e capire se consacrarsi sia ancora una strada percorribile”.
Una strada che, per don Ciartano, “è ancora promettente, e che però va chiesta come si chiede qualsiasi altra grazia o necessità; senza scoraggiarsi e avendo speranza”. Lo stesso Papa Francesco, nel messaggio scritto in occasione di questo evento ecclesiale, esorta tutti, religiosi, sacerdoti, educatori ed animatori pastorali, “perché si offrano occasioni di ascolto e di discernimento” sapendo che “non è facile orientare la vita in modo giusto”. Una sfida che può trovare una risposta locale con la partecipazione ad uno dei due incontri o ad entrambi; per chi ha già nel cuore questo tema o semplicemente per chi vuole accostarsi una prima volta cercando di capirlo meglio.