L’Ufficio per l’insegnamento della religione cattolica della diocesi di Cuneo e Fossano festeggia vent’anni di unificazione. È il primo, e per ora l’unico, ufficio diocesano che è stato unificato già in vista dell’accorpamento delle due diocesi. La decisione era stata presa il 28 maggio 1999 da mons. Natalino Pescarolo. Don Guido Revelli dirige l’ufficio di Cuneo dal 1993, con l’aiuto della segretaria Rosita Tallone, e dall’unificazione del ’99 dirige anche quello di Fossano. “Sono convinto – dice don Revelli – che l’unificazione delle due diocesi è possibile, come lo è stato per l’ufficio. Passati i primi tempi si inizia a pensare le due diocesi come un’unica realtà, senonché a livello burocratico oggi sono ancora diverse. Dopo più di 25 anni ho visto fiorire delle relazioni, sicuramente ci sono state anche delle spine. Ho imparato molto, un po’ di stanchezza c’è, ma la soddisfazione più grande è quando gli insegnanti riconoscono il servizio che cerchiamo di dare”. Anche per ricordare questa data venerdì scorso (l’incontro si è svolto nel seminario di Fossano) il sociologo Gino Grosso è stato invitato a dialogare con i professori di religione sul tema “Qualcosa cambia nelle diocesi del cuneese, quali scenari e/o novità ci attendono?”.
Compiti dell’ufficio
“Il compito dell’ufficio è seguire gli insegnanti nel loro percorso – dice Rosita Tallone -. Curare le relazioni è fondamentale ed è il servizio che continuiamo a svolgere. Tenere i contatti con i dirigenti e organizzare gli aggiornamenti”. Inoltre “cerchiamo di essere aggiornati – dice don Guido Revelli – su ciò che avviene nella scuola e stimolarla a mantenere un’anima di servizio agli alunni”. L’ufficio si occupa anche della nomina dei professori non di ruolo che ogni anno devono essere riconfermati nel loro incarico con eventuali spostamenti rispetto a posti che si liberano o cambiamenti nel numero di classi di una scuola. La proposta di nomina, per gli insegnanti non entrati in ruolo con il concorso pubblico del 2005, deve essere concordata tra il direttore dell’ufficio e il dirigente scolastico. Il criterio che viene usato, secondo quanto riporta don Revelli, è perseguire in primo luogo il bene degli alunni tentando di individuare la persona giusta al posto giusto. Per farlo si utilizza una graduatoria, che viene stilata tenendo in conto i titoli di studio, l’anzianità di servizio e la formazione continua. È uno strumento utile ma non vincolante, non essendo previsto dalla normativa. Durante l’assegnazione degli incarichi il direttore confronta la graduatoria, per tenere conto del servizio svolto, con il criterio della persona giusta al posto giusto.
80 insegnanti tutti laici
Oggi gli insegnanti di religione sono in tutto 80 e sono tutti laici. Con gli anni Ottanta sempre più laici hanno iniziato a prendere il posto dei sacerdoti e delle religiose. Inoltre, con gli anni Novanta nelle scuole primarie sono entrati gli specialisti con lauree in Teologia. Per gli insegnati sono previsti corsi di aggiornamento ogni anno a fine agosto, in ottobre per gli insegnanti delle elementari e dell’infanzia, con momenti di spiritualità in Avvento e Quaresima. “I consigli – dice Tallone – è di essere motivati nello studio, appassionati dell’insegnamento e portati per le relazioni”. Per prima cosa deve essere conseguita la laurea magistrale in Scienze Religiose, il percorso di studi si snoda in 5 anni, o il Baccellierato in Teologia, che prevede 6 anni. Alcuni insegnati hanno anche titoli post-universitari come la Licenza e il Dottorato. Lo studio della Teologia non è previsto all’interno delle Università pubbliche, come invece avviene in Germania, perciò il titolo di laurea abilitante all’insegnamento può essere conseguito solo negli Istituti Superiori di Scienze Religiose e negli Istituti teologici gestiti dalla Chiesa cattolica. Durante il percorso di studi oltre agli esami ci sono momenti di tirocinio volti a inserire con una prima esperienza gli aspiranti insegnanti nel mondo della scuola.
In classe 9 studenti su 10
Gli studenti dall’infanzia alle superiori che si avvalgono di questo insegnamento, secondo i dati che don Revelli riferisce, sono l’80% a Cuneo e il 90% a Fossano. Per chi si avvale dell’insegnamento non è un’ora di catechesi, ma di approfondimento di tematiche culturali, religiose, storiche, antropologiche e sociali. Vengono forniti strumenti socio-culturali che incontrano le altre discipline, uno spazio per comunicare tra i ragazzi e per ascoltare da persone specializzate aspetti dell’esistenza umana fondamentali, di cui però finita la scuola non si avrà più l’occasione di incontrare, nonostante operino nell’esistenza di ogni uomo.
Francesco Massobrio