La Chiesa cattolica in Mongolia, giovanissima e impegnata nel dialogo interreligioso

Intervista a padre Gian Paolo Lamberto, missionario della Consolata in Sud Corea, responsabile economo per le missioni della Mongolia e di Taiwan

Mongolia, abitanti in costume tipico durante la festa del Naadam
Abitanti in costume tipico durante il Naadam, la festa più importante della Mongolia

Una chiesa giovanissima che conta tra i 1000 e 1500 cristiani, aiutati nel loro cammino spirituale da preti diocesani della Corea, e da alcuni istituti religiosi missionari di diversa provenienza geografica. È una realtà in divenire, “come quando si andava in missione duecento anni fa” dove tutto doveva essere impiantato ex novo; non solo da un punto di vista strutturale, ma anche divulgativo e formativo (testi per la catechesi, per le messe, per le preghiere). Questa è la Chiesa cattolica della Mongolia, uno stato dell'Asia orientale che confina (e ha dovuto fare sempre i suoi conti di sopravvivenza) con la Russia (ex Unione Sovietica) e con la Cina. Nella capitale, Ulan Bator (o Ulaanbaatar), risiede quasi la metà dell'intera popolazione nazionale; il resto sono villaggi o piccole città al di sotto dei 50mila abitanti. In questa nazione di grandi bellezze naturali (tra steppe, montagne e deserto del Gobi, vedi consolatamissionmongolia.net) e grosse ricchezze del sottosuolo, ci sono anche dei missionari italiani. Tra questi l'Istituto della Consolata, presente nel suo ramo maschile e femminile.
Padre Gian Paolo Lamberto, originario di Centallo, che già abbiamo intervistato sulla realtà del Sud Corea, dove opera ed è residente, è anche responsabile economo per le missioni della Mongolia e di Taiwan. Ne abbiamo approfittato per farci raccontare un assaggio di queste due giovani realtà cattoliche fiorenti in questa sperduta parte di mondo, di cui molto raramente i mass media ci raccontano. Cominciamo qui dalla Mongolia, in un prossimo articolo racconteremo l’esperienza taiwanese.
Le notizie che giungono dall'Asia sudorientale (Sud Corea, Indonesia…) ci raccontano di una società in piena esplosione tecnologica, che appare in contrasto con le foto che ci hai mandato della Mongolia; che tipo contesto vive questa popolazione rispetto alle altre popolazioni asiatiche?
La prima idea che viene in mente sulla Mongolia è quella di Gengis Khan, che con 300mila mongoli ha conquistato mezzo mondo (fondò l'Impero mongolo nel 1206 ndr). Seppe unificare varie tribù che combattevano tra loro, e che in passato invadevano regolarmente la Cina. La Grande Muraglia è stata costruita proprio per difendersi dalle periodiche invasioni dei mongoli.
Erano “moderni” già allora, nel costruire un lungo muro...
Eh sì, anche se Gengis Khan e i mongoli hanno sempre continuato a venire, fregandosene della Grande Muraglia, ed entrando ugualmente nel territorio cinese!

Intervista completa su La Fedeltà del 3 luglio

Qui altra intervista di padre Lamberto dedicata alla Chiesa di Taiwan.