Le trasformazioni epocali “hanno bisogno di nuove idee, del coraggio di coniugare grande saggezza e massimo d’audacia”, come quelle che ebbero i “padri fondatori” della Comunità. In questo frangente storico serve “la forza per rilanciare il processo di integrazione” affinché l’Ue sia “capace di far fronte alle esigenze dei nostri cittadini, dando risposte vere alle loro preoccupazioni, al loro sempre più diffuso senso di smarrimento”. David Maria Sassoli è il nuovo presidente del Parlamento europeo. L’assemblea di Strasburgo lo ha eletto il 3 luglio, alla seconda votazione, al posto dell’uscente Antonio Tajani. Una staffetta tricolore che assegna all’Italia un posto – non scontato – fra le più alte cariche dell’Unione.
Euroscettici fuori dai giochi
Sassoli è stato eletto con 345 voti. I votanti erano 704; 37 le schede bianche e nulle; 667 i voti validi; quindi la maggioranza necessaria per l’elezione era di 334 voti. Gli altri candidati hanno ricevuto voti: Ska Keller (Verdi) 119; Sira Rego (Sinistra unitaria) 43; Jan Zahradil (Conservatori) 160. La maggioranza parlamentare che ha sostenuto il nome di Sassoli è di chiara marca “europeista”: Popolari e Renew Europe (liberali) non avevano presentato un proprio candidato per favorire l’elezione dello stesso Sassoli che, fra due anni e mezzo, cederà il posto a un esponente Ppe, quasi certamente Manfred Weber. Fuori dai giochi sono rimasti i gruppi “euroscettici”... Continua a leggere
Fonte SIR