Il sacerdote burkinabè Albert Kabore racconta il suo Burkina Faso

“Vengo a chiedere aiuto per realizzare una chiesa-tettoia che permetta di far partecipare degnamente i cattolici alle loro celebrazioni eucaristiche”

Sacerdote burkinabé a Fossano per chiedere aiuto

Ospite del vescovo emerito Giuseppe Cavallotto, che era stato suo docente negli anni di perfezionamento teologico a Roma, l’abbé Albert Kabore, sacerdote da 32 anni ed oggi operante nella diocesi di Koudougou in Burkina Faso, è venuto in Europa “per chiedere aiuto per la povera gente”. La “sua” gente, burkinabè. In particolare i giovani della Cappellania delle scuole, degli istituti superiori e dell’Università, frequentata da 36.000 studenti, di cui lui è il responsabile pastorale dei cattolici. Che sostiene, inoltre, “con un’organizzazione da lui fondata con i francesi, se sono in difficoltà scolare”.
Ha fatto tappa a Fossano martedì 23 luglio all’Hostello Sacco, grazie alla disponibilità di alcuni amici dell’associazione “Oltre la polvere”, i quali, proprio grazie a lui (come ha ricordato Beppe Ghiglione) “sono stati convinti ad andare in Africa”, in particolare in Burkina Faso (paese conosciuto fino al 1984 come Alto Volta).
Un paese che, nel filo conduttore del suo discorso (iniziato da un inquadramento geografico per toccare quindi le difficoltà sociali e poi il contesto religioso ed ecclesiale), sembra vivere sempre di quei problemi analoghi e comuni a quasi tutto il continente africano, sebbene calati in contesti diversi: il graduale cammino verso l’indipendenza dalla Francia, nel 1960, il legame mai del tutto interrotto con l’occidente europeo (con cui si trova ancora, suo malgrado, a fare i conti), il lento e difficoltoso processo di stabilizzazione democratica, la coesistenza di 67 etnie entro i confini nazionali, la lotta contro la povertà, il problema del terrorismo che li circonda, l’incombente sfida della presenza cinese, con le sue infrastrutture disseminate un po' ovunque nel territorio.
Un paese, che, come molti altri, lotta “per la mancanza d’acqua, per avere un pasto al giorno, che purtroppo non sempre c’è, con la copertura sanitaria inefficiente e i medicinali che costano troppo; per questo i bambini muoiono di frequente. I villaggi che non hanno tutti una scuola e classi con 100 alunni, per cui per molti l’istruzione è davvero una chance”.
La Chiesa cattolica, presente dal 1900, è ancora nuova, ma vivace e promettente: “con le sue 17 diocesi, 4 seminari maggiori (per diventare sacerdoti), e 10 seminari minori (dove studiano i ragazzi più giovani), che sono tutti pieni. Abbiamo dai 5 agli 8 sacerdoti ordinati l’anno già solo nella mia diocesi. Le liturgie sono animate e coinvolgono soprattutto l’impegno di giovani e donne”.
E proprio per questa vivacità, che fa ben sperare nella crescita della Chiesa in questo paese, l’abbè Kabore “tendendo la mano come un mendicante” ha chiesto “un aiuto per realizzare una tettoia di 85x50 metri che possa riparare dal calore (si arriva fino a 48° C all’ombra!) o dalla pioggia, chi partecipa alle celebrazioni eucaristiche, che altrimenti si svolgono completamente a cielo aperto. Gli islamici hanno le loro moschee e i protestanti le loro chiese. Noi vorremmo poter dare un riparo ai cattolici per farli partecipare adeguatamente alle liturgie. Ci mancano 15.000 euro; chi vuole aiutarci? C’è qualcuno che può farlo?”.
Un appello sicuramente insolito, questo del sacerdote burkinabè, rivolto ad un’esigenza spirituale e non di sostegno economico, che più volte siamo abituati ad ascoltare. Non si dimentichi però come spesso, a livello internazionale, gli spazi concessi alle Chiese cristiane siano pochi e limitati, magari oggetto di attacchi intimidatori o di violenze gratuite. Per una volta assistiamo invece, ed è possibile contribuire, allo sviluppo di un ente che, oltre ad essere di natura morale, contribuisce alla formazione dei giovani e all’aiuto economico della povera gente, offrendo possibilità di sviluppo per molte famiglie, mentre fornisce assistenza spirituale. (Per informazioni rivolgersi all’associazione scrivendo a info@oltrelapolvere.it ).