Percorrendo “la santità ad ogni costo”, sulle orme di don Gerbaudo

Un sacerdote giovane tra i giovani, capace di parlare alle generazioni future; una camminata e un libro per ricordarlo

Camminata per don Gerbaudo a Fossano

Ci sono presbiteri la cui memoria è un dovere spirituale ed un onore morale trasmettere alle generazioni future. Don Stefano Gerbaudo, sacerdote della diocesi di Fossano (1909-1950), è stato uno di quelli, perché ha fatto sua, innanzitutto, la chiamata alla “santità ad ogni costo”, per testimoniarla quindi agli altri. Arrivando anche ad offrire la sua vita per i chierici e le consacrate a cui diede inizio, consumato come fu dalla malattia che lo colpì a soli 41 anni.. “Quante volte, a piedi o in bici, si è recato di buon mattino a Cussanio in qualsiasi stagione dell'anno, invitando le giovani a fare altrettanto!”.
Sono parole introduttive che don Giovanni Quaranta, parroco di Centallo, ha rivolto a chi ha preso parte alla camminata verso il Santuario fossanese, che ha avuto luogo sabato 27 luglio, proprio in memoria dell'anniversario della nascita di don Stefano (avvenuta precisamente il 30, sempre dello stesso mese).
Una camminata promossa dall'Associazione che di questo presbitero porta il nome, dalla parrocchia San Giovanni Battista di Centallo, dalla diocesi di Fossano, e da quelle “giovani” di allora (le attuali Missionarie diocesane di Gesù Sacerdote - l'Istituto di consacrate proprio da lui fondato).
Un mini pellegrinaggio, quello di sabato, percorso lungo la via della Bossola, per raggiungere poi il Santuario per la messa delle 7.30. Sull'esempio che lui aveva “di celebrarla prestissimo”, con le giovani che aveva richiamato ad un impegno vissuto di vita evangelica, “per poi far rientrare tutti in tempo a Fossano perché si potessero recare al lavoro”, ha detto Riccardo Origlia, segretario dell'associazione “Don Stefano Gerbaudo”, che è nata proprio per tenere viva la sua memoria con questa ed altre iniziative. Di cui la successiva sarà la vendita del libro-biografia sulla sua vita, scritto da Roberto Falciola (edizioni Ave Editrice), dal titolo “La santità ad ogni costo”, a giorni nelle librerie come ha dichiarato lo stesso don Quaranta.
Un testimone che si vuole continuare a ricordare con passione “perché non è un sacerdote datato, ma è stata una presenza giovane, è morto giovane, è stato (ed è) capace di parlare ai giovani”, ha affermato il diacono Gianpiero Pettiti durante l'omelia della messa presieduta dal vescovo Piero Delbosco, con la presenza di quattro sacerdoti e dell'altro diacono centallese, Gabriele Cataldo. A riprova che la Chiesa di Fossano si stringe ancora riconoscente attorno alla sua presenza, non solo per ricordarlo, ma per provarlo a prendere, almeno un po', ad esempio.
“A pochitus a pochitus” (a poco a poco) era infatti il suo motto; piccoli passi, come quelli di sabato, fatti però sinceramente, con gioia ed impegno incondizionato. “Verso Gesù unico Signore”, come ha detto la missionaria Giovanna Lovera a nome di tutte le altre. “E poi verso i più poveri, annunciando Cristo Signore con la vita e in ogni ambiente”. Un Istituto di consacrate, quello che lui ha fondato, che, se in questo attuale momento è molto meno sviluppato a Fossano, “all'estero è invece molto presente, in Francia e in America latina; rappresentando semi di santità nel solco della storia”.
“Perciò adesso sia la Madonna ad occuparsi della sua causa di beatificazione” (tutt'ora in corso) ha detto infine il rettore del Santuario, don Pierangelo Chiaramello, salutando i presenti. “Quel” riconoscimento sarebbe il momento più bello, apice e coronamento dell'impegno di molti che si sono prodigati affinché questo avvenga. E che andrebbe a rafforzare anche la gioia e la fede di chi, avendolo conosciuto personalmente, ne è rimasto così spiritualmente affascinato da decidersi per un radicale cambiamento della propria vita.