Rifiuti speciali, Italia leader del riciclo

È stato presentato il report annuale dell’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale)/Snpa (Sistema nazionale di protezione dell’ambiente) sulla produzione e gestione dei rifiuti speciali non pericolosi e pericolosi

Smaltimento rifiuti elettronici
foto SIR

“Ancora in aumento la produzione nazionale dei rifiuti speciali che, nel 2017, sfiora i 140 milioni di tonnellate (quasi il 3% in più rispetto al 2016). Cresce solo la produzione di rifiuti non pericolosi (+3,1%), mentre rimane stabile quella di rifiuti pericolosi (+0,6%, corrispondente a 60 mila tonnellate). I rifiuti complessivamente gestiti aumentano del 4% e l’Italia si conferma leader nel riciclo segnando un +7,7% delle quantità avviate a recupero di materia ed una diminuzione dell’8,4% di quelle destinate allo smaltimento”.
Sono i dati della XVIII edizione del Rapporto “Rifiuti speciali 2019”, il report annuale dell’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale)/Snpa (Sistema nazionale di protezione dell’ambiente), che fornisce un quadro di informazioni sulla produzione e gestione dei rifiuti speciali non pericolosi e pericolosi. La produzione nazionale dei rifiuti speciali, chiarisce il Rapporto, è quantificata a partire dalle informazioni contenute nelle dichiarazioni presentate annualmente dai soggetti obbligati ai sensi dell’art. 189 del d.lgs. n.152/2006. Attraverso la compilazione del Mud (modello unico di dichiarazione ambientale), i produttori e i gestori devono dichiarare i quantitativi di rifiuti prodotti, trasportati e recuperati o smaltiti nell’anno precedente a quello della dichiarazione. Gli ultimi dati disponibili sui rifiuti speciali prodotti dalle attività economiche si riferiscono all’anno 2017 e sono desunti dalle dichiarazioni presentate nell’anno 2018. Le informazioni Mud sono integrate con i quantitativi stimati da Ispra, mediante l’applicazione di specifiche metodologie ai settori produttivi che, ai sensi della normativa vigente, risultano interamente o parzialmente esentati dall’obbligo di dichiarazione (ad esempio, il settore delle costruzioni e demolizioni). Il Rapporto, che è stato presentato a fine luglio a Roma, nella sala capitolare presso il chiostro di Santa Maria sopra Minerva del Senato, “è uno dei prodotti storici dell’Istituto, da qualche anno anche di Snpa, che con oltre 60 indicatori fornisce un quadro completo sui rifiuti speciali a livello nazionale. Tutti i dati sono disponibili sul catasto rifiuti dell’Ispra”, ha dichiarato il presidente di Ispra e Snpa, Stefano Laporta.

Importazione ed esportazione
Nel 2017, si legge nel report, “i rifiuti importati (oltre 6 milioni di tonnellate) sono il doppio di quelli esportati (3 milioni di tonnellate)”. La quantità maggiore arriva dalla Germania, quasi 2 milioni di tonnellate (dei quali il 96 % rifiuti metallici) seguiti da quelli provenienti dalla Svizzera, oltre 1 milione di tonnellate, dalla Francia, 824mila tonnellate e dall’Austria, 73mila tonnellate. “I rifiuti di metallo importati sono destinati al riciclaggio, principalmente in acciaierie localizzate in Friuli Venezia Giulia e in Lombardia”, spiega il report. Invece, “il 68% dei rifiuti esportati (poco più di 2 milioni di tonnellate) appartengono alla categoria dei non pericolosi e il restante 32% (circa 1 milione di tonnellate) a quella dei pericolosi”. “Importiamo materiali necessari all’industria italiana, esportiamo rifiuti che non abbiamo modo di trattare adeguatamente con impianti”, ha afferma il direttore generale dell’Ispra, Alessandro Bratti, in occasione della presentazione del rapporto.
Secondo il Rapporto Ispra/Snpa, “il maggior contributo alla produzione complessiva arriva dal settore delle costruzioni e demolizioni, che con oltre 57 milioni di tonnellate, concorre al 41% del totale prodotto. Le attività di trattamento dei rifiuti e di risanamento ambientale rappresentano il 25,7% del totale (quasi 36 milioni di tonnellate), l’insieme delle attività manifatturiere il 21,5% (quasi 30 milioni di tonnellate)”. A livello di macroarea geografica è “il Nord che produce più rifiuti speciali, quasi 81 milioni di tonnellate (pari, in termini percentuali, al 58,3% del dato complessivo nazionale), seguito dal Sud con quasi 33 milioni di tonnellate (23,7%) e dal Centro con circa 25 milioni di tonnellate (18% del totale nazionale). La Lombardia produce il 22,2% del totale dei rifiuti speciali generati (30,8 milioni di tonnellate) seguita dal Veneto e dall’Emilia-Romagna con circa il 10% della produzione nazionale (rispettivamente pari a 15,1 milioni di tonnellate e 13,7 milioni di tonnellate)”.

Gli impianti
In Italia “gli impianti di gestione dei rifiuti speciali operativi sono 11.209 di cui 6.415 situati al Nord, 2.165 al Centro e 2.629 al Sud. In Lombardia sono localizzate 2.176 infrastrutture, il 20% circa del totale degli impianti presenti sul territorio nazionale. Gli impianti dedicati al recupero di materia sono 4.597 (41% del totale)”.

La destinazione dei rifiuti speciali
“Circa 20,2 milioni di tonnellate di rifiuti speciali sono utilizzati, in luogo delle materie prime, all’interno del ciclo produttivo in 1.307 impianti industriali – precisa il report -. Tali stabilimenti riciclano il 20% del totale dei rifiuti recuperati a livello nazionale. Il recupero di rifiuti inorganici riguarda oltre 54 milioni di tonnellate (quasi il 37% del totale gestito)”. Tali rifiuti derivano, prevalentemente, dalle attività di costruzione e demolizione (44,8 milioni di tonnellate) e sono generalmente utilizzati come rilevati e sottofondi stradali. Le operazioni di recupero di metalli e di rifiuti organici rappresentano, rispettivamente, il 13,6% e l’8,4% del totale gestito. Circa 2 milioni di tonnellate di rifiuti speciali sono coinceneriti in impianti industriali in sostituzione dei combustibili convenzionali, mentre l’incenerimento interessa più di 1 milione di tonnellate.
Sono smaltiti in discarica 12 milioni di tonnellate di rifiuti (l’8,2% del totale gestito) di cui circa 10,9 milioni di tonnellate di rifiuti non pericolosi e 1,2 milioni di tonnellate di rifiuti pericolosi.

di Gigliola Alfaro (fonte SIR)