Asti-Cuneo, disco verde dal Cipe. Sarà quello definitivo?

Esultano Centro-destra e Movimento 5 Stelle. Ma non si fermano le polemiche. Il Pd: “L’unica certezza è che si è perso un anno”

Asti-Cuneo: la visita ai cantieri del presidente Conte
Marzo 2019: la visita ai cantieri dell'Asti-Cuneo del presidente Conte

Il Comitato interministeriale per la programmazione economica (Cipe) ha approvato giovedì 1° agosto il nuovo progetto e il relativo piano finanziario (circa 350 milioni di euro) per il completamento dell’autostrada Cuneo-Asti. Dovrebbe essere (il condizionale è d’obbligo, dopo più di 20 anni di tira-molla) il disco verde tanto atteso per la ripresa dei lavori, annunciata entro fine estate dal presidente Conte durante il sopralluogo di marzo in provincia.
Il compromesso trovato nella nuova versione approvata a Roma (la soluzione Toninelli) cancella la proroga al 2031 della concessione sull’A4 Torino-Milano al gruppo Gavio (la soluzione Delrio), che quindi scadrà nel 2026, e accorcia anche (per la prescrizione dell’Art - l’Autorità di regolazione sui trasporti) la concessione per la Asti-Cuneo: dal 2045 al 2031. Per l’attuale gestore si ridurrebbero i ricavi futuri, ma in compenso è stato aumentato il valore di subentro da riconoscere al gruppo alla scadenza della concessione. Il Cipe dovrà aggiornare l’Unione europea sull’avanzamento della procedura, per la quale però - così è stato detto - non è necessaria un’autorizzazione preventiva (era l’incognita maggiore della soluzione Toninelli).
La notizia è stata accolta con valutazioni contrastanti dalle diverse forze politiche. Il Centro-destra e il Movimento 5 Stelle esultano per una “giornata storica per il nostro territorio” (Alberto Cirio), “una promessa mantenuta” (Ivano Martinetti), “un risultato straordinario” (Flavio Gastaldi). Il Pd invece è molto critico. Non è convinto che si tratti del via libera definitivo e teme ulteriori interventi della Ue e dell’Art. “L’unica certezza - sintetizza l’ex assessore regionale Francesco Balocco - è che si è perso un anno, anzi probabilmente 15-18 mesi, perché difficilmente i cantieri potranno partire prima di ottobre, alle porte dell’inverno”.

Articolo completo su "la Fedeltà" di mercoledì 21 agosto