Inalpi, un progetto di inclusione e integrazione

Da oltre un anno lavorano in caseificio tredici profughi e ragazze vittime della tratta; l'iniziativa è realizzata in collaborazione con l'associazione “Papa Giovanni”

inalpi - profugo al lavoro in caseificio

Arrivano dalla Guinea, dalla Costa d’Avorio, dalla Nigeria, dal Gambia; hanno età comprese tra i 20 ei 30 anni; sono profughi passati al vaglio della Commissione e ragazze sfuggite alla tratta di essere umani. Vivono nella Casa di Pronta accoglienza di Saluzzo (Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII). Da oltre un anno lavorano all’Inalpi di Moretta, un caseificio che ritira gran parte della materia prima dalle stalle del Fossanese attraverso due cooperative: la Compral latte e la Piemonte latte.

Il progetto è stato illustrato sabato scorso a Cheese, nella nella Sala Consiliare del Comune di Bra – affollatissima - in occasione della presentazione del Bilancio Sociale Inalpi 2018.

Un Bilancio Sociale che ha avuto come tema conduttore l’integrazione lavorativa per uomini e donne immigrati, provenienti da storie difficili “perché lavoro è sinonimo di futuro, ma anche di vita e dignità” - ha detto il  presidente di Inalpi Ambrogio Invernizzi.

 

 

Il servizio completo su La Fedeltà di mercoledì 2 ottobre 2019