Durante l’assemblea interdiocesana di Cuneo e Fossano, convocata venerdì scorso all’hotel Giardino dei Tigli di Cussanio, il vescovo Piero Delbosco ha ribadito più volte i concetti di “comunione”, “concordia” e del “camminare insieme”. È stato un momento di confronto pastorale molto partecipato dalle due diocesi (hanno partecipato oltre trecento persone), introdotto anche da un mini-pellegrinaggio nel Santuario, ormai spoglio per i lavori di ristrutturazione. “Così spoglio non l’avevamo mai visto e fa davvero un certo effetto: ci invita però a restaurarci anche metaforicamente” ha detto il vescovo nella preghiera e nell’atto di affidamento a Maria per i successivi cammini e lavori assembleari.
La prima parte dell’assemblea è stata dedicata alla presentazione (da parte del vescovo stesso) del suo ultimo testo pastorale “Un cuor solo e un’anima sola”. “Più che una lettera - ha precisato il vescovo -, è (come cita il sottotitolo) un’esortazione a condividere un cammino verso l’accorpamento delle Diocesi”. Un cammino che ha la sua genesi nel febbraio 2018, quando “il Papa chiese a noi vescovi che le piccole diocesi pensassero a dei cammini in vista di accorpamenti, anche se negli anni precedenti vi erano già state richieste analoghe da parte della Conferenza episcopale italiana. L’invito del Papa l’ho rimuginato un po’ dentro per alcuni mesi - ha continuato -. Parlandone con i vicari generali e il Consiglio episcopale ho visto che poteva essere un’occasione per ripensare il nostro modo di essere chiesa. Tutto è iniziato il 12 febbraio con un’assemblea consultiva del clero e diaconi, altamente partecipata a Centallo. Ho chiesto anche un pronunciamento che si è rivelato, almeno per me, inaspettatamente positivo. Ci siamo quindi fatti aiutare con un gruppo preparatorio formato dai vicari generali, dai vicari episcopali, dai segretari dei Consigli presbiterali, dal segretario del Consiglio interdiocesano pastorale e da un diacono. Ci siamo confrontati con alcune persone esperte in materia di fusione o di accorpamento di realtà grosse e diverse, e ci hanno dato alcune importanti ed utili indicazioni”.
Una nuova opportunità di essere Chiesa, allargando lo sguardo
Adesso si tratta di continuare con slancio questo cammino già iniziato, che per il vescovo ora però accusa “segni di stanchezza, come se fossimo tutti bloccati dalle tradizioni”, o da altre difficoltà. Quelle stesse che, come si legge nella parte iniziale della lettera pastorale, “erano presenti anche nelle prime comunità cristiane”. Siamo però chiamati, ha continuato Delbosco, “ad un cammino di accorpamento di cui si sta parlando da vent’anni. Ci sono già state tante iniziative e passi avanti. Oggi siamo chiamati a fare di più”, non pensando a questa decisione come ad “una semplice riorganizzazione, ma in realtà come a un cammino da percorrere insieme… un’occasione per rimuovere il nostro sguardo sul mondo con la sensibilità del vangelo”, finalizzando le stesse strutture diocesane a questo scopo.
Uno scopo “che bisogna innanzitutto volere”, realizzandolo attraverso “una maggiore conoscenza e condivisione tra noi, e chiedendoci reciprocamente perdono tra le due diocesi per l’indifferenza che hanno avuto l’una con l’altra. Metterci insieme significa dunque allargare le nostre vedute. Ecco perché attendere ancora qualche anno non è saggio; ci arriveremmo solo con l’acqua alla gola. Chiedo dunque coraggio, coesione, e apertura ai sacerdoti nelle decisioni da operare”, nella cornice di una “Chiesa povera, cioè essenziale, umile, aperta all’incontro con tutti e che ami il territorio in cui è”.
Verso l’istituzione di una Curia diocesana unitaria
Sono “appelli alla comunione del cammino” quelli che il Vescovo rivolge ai diversi membri della Chiesa e con cui conclude la presentazione della lettera; ai sacerdoti, augurando “che siano uomini che portano a Dio”, ai diaconi permanenti perché, con l’unità presbiterale, “non temano a cingersi di quel grembiule di cui si è cinto il Signore Gesù”, a tutti i religiosi, religiose e consacrate “la mia massima gratitudine per il servizio che molti hanno già dato (considerata la loro età) e per la profondità della preghiera con cui continuano a sostenerci”. E poi “a quelli della parte giovanile, perché siano aperti a tutti i cammini loro proponibili, anche quelli vocazionali”. Inoltre, un monito verso i Consigli pastorali perché “le celebrazioni liturgiche siano maggiormente curate”.
Tutto questo cammino di unificazione inevitabilmente “snellirà anche le nostre strutture”, di cui si continua a parlare nella seconda parte della lettera, dedicata a quelle tappe ed incontri già fissati per l’anno pastorale 2019/2020, che prevedono “un percorso specifico per giungere a costituire la nuova Curia diocesana unitaria, coinvolgendo gli attuali addetti e collaboratori delle due curie diocesane, con un percorso condiviso in cui possono maturare le idee”. La nuova Curia unitaria dovrebbe essere costituita entro settembre 2020, anche perché il Vescovo ha ribadito con fermezza, nella seconda parte della serata dedicata al dibattito, “che quando si arriverà a maggio del prossimo anno tirerò le fila; questo sia ben chiaro a tutti”.
Il dibattito
Non sono mancati a questo punto dubbi ed interrogativi di ogni tipo, sollevati dai presenti. Tra i più ricorrenti c’è chi ha messo in evidenza la vastità del territorio con le sue differenze geografiche (si estende infatti dalle vallate alla pianura), chi è ancora perplesso sui tempi prefissati entro cui attuare questo cammino, chi si chiede quale nome avrà la futura diocesi (“sarà Diocesi di Cuneo e Fossano” ha risposto il Vescovo, “evidenziando con i due nomi la storia che sottende la nuova nascita diocesana”). Altri volevano sapere dove saranno collocati gli uffici e la Curia, e poi come saranno coinvolte le parrocchie in questo cammino. Su queste ed altre domande il Vescovo ha avuto un atteggiamento ottimista, spiritualmente indirizzato “alla cosa più importante di tutte che è l’annuncio del Vangelo; tutto il resto, anche gli aspetti economici, non sono che un di più”, a cui si potrà dare pian piano delle risposte, avendo cura di ascoltarsi reciprocamente tra le varie parti interessate a questo cambiamento.