Cena con delitto – Knives out

Cena con delitto

Di Rian Johnson; con Daniel Craig, Chris Evans, Ana de Armas, Jamie Lee Curtis, Michael Shannon.
Abbandonate le atmosfere fantascientifiche e futuribili di Star Wars (Rian Johnson ha diretto l’ultimo capitolo della saga creata da George Lucas “Episodio VIII - Gli ultimi Jedi”), il regista statunitense si concede un tuffo nel passato scrivendo, dirigendo e producendo un thriller alla Agatha Christie, una fuga nel “whodunnit” dopo l’immersione nel futuro della saga stellare con un giallo dallo stile classico che unisce il tema dell’indagine e il dramma famigliare.
Romanziere ed editore, Harlan Thrombey (Christopher Plummer ) muore in circostanze misteriose nella sua lussuosa villa di campagna, con il cadavere scoperto dalla giovane cameriera Fran la mattina dopo una sontuosa festa di compleanno per gli 85 anni dell’anziano patriarca.
Le indagini sono condotte da due ispettori di Polizia e dall’investigatore privato Benoit Blanc, un Daniel Craig in contro ruolo cui Rian Johnson chiede di sacrificare la propria fisicità per costruire, in maniera azzeccata, la versione americana di Hercule Poirot, un detective intelligente e sornione che gioca con i sospettati come il gatto con il topo, che sa attendere senza aspettarsi troppo da nulla e da nessuno, mettendo la propria ironia, e auto ironia, al servizio di un’indagine in cui tutti sembrano aver qualcosa da nascondere e molto da guadagnare dalla morte dell’anziano patriarca.
Film corale e dal cast stellare (oltre al citato Daniel Craig, ci sono Jamie Lee Curtis, Ana de Armas, Chris Evans, Christopher Plummer, Don Johnson, Toni Collette…), “Cena con delitto” diverte e conquista grazie alla sua (apparente) semplicità, con un primo livello di lettura che è quello di un’indagine classica che ci riporta nei paraggi di “Assassinio sull’Orient Express”, ed un secondo livello che ci porta a riflettere sulla frammentarietà della verità, su quanto essa possa essere (sia?) poliprospettica e molteplice, una frammentazione dei punti di vista e delle situazioni che consente a Rian Johnson anche una garbata ma pungente ironia nei confronti dell’America trumpiana e dei suoi (dis)valori suprematisti e razzisti. Da vedere.