Quel messaggio di fratellanza sulle orme di Gesù

Quaranta pellegrini in Terra Santa, guidati dal vescovo Piero Delbosco, dal 27 dicembre al 3 gennaio

Pellegrinaggio in Terra Santa dal 27 dicembre al 3 gennaio

Un pellegrinaggio in cammino verso il 500° anniversario delle apparizioni a Cussanio: questo era lo scopo voluto dal rettore don Pierangelo Chiaramello. Prima Fatima, poi Lourdes e ora il suo culmine: il pellegrinaggio in Terra Santa, dal 27 dicembre al 3 gennaio. Eravamo in 40, molti fossanesi (e cussaniesi), ma anche braidesi, cuneesi e di Poirino, città natale del nostro Vescovo. E proprio lui è stata la nostra Guida, con la maiuscola, non solo perché lo è ufficialmente (guida di Terra Santa), non solo per la competenza amplissima a livello biblico, ma anche storico, archeologico, geografico…, ma specialmente per la passione grandissima per quella Terra e per il suo significato. Una passione contagiosa che ci ha tutti coinvolti e di cui gli siamo veramente grati. Da Nazareth al Tabor (la Trasfigurazione), da San Giovanni d'Acri (i Templari!) al lago di Genezareth (Cafarnao, Tiberiade, le Beatitudini) e poi in Giudea: Betlemme (con celebrazione della messa nella Grotta), Gerico, il deserto di Giuda, Masada (l'ultima resistenza ebraica ai romani di Tito nel 70 d.C.), il Mar Morto (un po' di turismo balneare!). Infine, lei, la città santa: Gerusalemme.
Dove è stato possibile camminare "fisicamente" sulle orme di Gesù: dalla spianata del Tempio al decumano romano, alla scala detta santa perché, quasi certamente, percorsa da Gesù dalla casa di Caifa al Pretorio di Pilato. E ancora il Getsemani, la Via dolorosa e infine il Calvario e il Santo Sepolcro (anche qui è stato possibile celebrare la messa in una raccolta cappella dell'ala riservata ai cattolici).
Città santa per ebrei, cristiani e mussulmani, in cui si respirano tensioni mai sopite (alle porte della città per andare e venire da Betlemme si attraversa il muro alto una decina di metri), ma anche la convivenza comunque necessaria. Convivenza non sempre pacifica neanche tra le varie confessioni cristiane, tutte presenti a Gerusalemme naturalmente, ma anche espressione di una universalità nella diversità toccante. In quelle strade ci siamo incontrati e mescolati con migliaia di altri pellegrini provenienti da tutto il mondo. Bellissima la sorpresa di incontrare in quei vicoli un altro gruppo di fossanesi: abbracci, baci, sorrisi e selfie. Moltissimi gli italiani; con un bel gruppo di loro, torinesi perlopiù ma anche lombardi, abbiamo festeggiato il Capodanno, anticipandolo un po' non solo per questioni di fuso orario, ma specialmente per l'urgenza della sveglia mattutina, all'aurora, sollecitati dal "canto" del muezzin.
Sulle orme di Gesù e su quelle di san Francesco. Ovunque nelle chiese cattoliche striscioni ci ricordavano gli 800 anni (1219-2019) del viaggio del santo di Assisi in Terra Santa e del suo incontro col Sultano al-Kamil. L'incontro a cui ha fatto spesso riferimento Papa Francesco già in occasione del suo viaggio in Terra Santa (maggio 2014), ma specialmente durante il suo viaggio negli Emirati Arabi (febbraio 2019) con la firma, congiunta col grande Iman di Al-Azhar Al-Tayyeb, dello storico "Documento sulla Fratellanza umana per la Pace e la Convivenza comune".
Il giorno del nostro ritorno all'aeroporto di Tel-Aviv abbiamo saputo dell'uccisione del generale Qassem Soleimani iraniano a Baghdad. Per noi non ha avuto conseguenze, se non un ritardo di un paio d'ore. Ma quel fatto ci ha ricordato come in quell'area del mondo comunque ci sia guerra calda o strisciante. Quel messaggio di fratellanza che abbiamo toccato e calcato sulle orme di Gesù lo abbiamo sentito ancor più urgente e drammaticamente necessario per tutta l'umanità. Nel nostro piccolo l’abbiamo vissuta fra di noi e con le persone che abbiamo incontrato: cristiani, ebrei e musulmani. Come una grazia e anche grazie alle nostre due appassionate guide.

I pellegrini del santuario di Cussanio