Venerdì 24 a Fossano la preghiera ecumenica

Nella catechesi dell’udienza di oggi (mercoledì 22 gennaio), dedicata all’ospitalità – tema della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani –, il Papa ha citato ancora una volta il dramma delle migrazioni

Settimana Preghiera Unità Cristiani locandina 2020

Siamo nella Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, un’occasione preziosa per avvicinare i cristiani tra loro e stabilire relazioni fraterne tra le comunità di diverse confessioni. A Fossano l’incontro diocesano di preghiera si svolge venerdì 24 gennaio, alle 20.45, nella chiesa parrocchiale di Sant’Antonio abate: partecipano Claudio Bo, membro della Chiesa evangelica-battista di Mondovì, e il parroco ortodosso romeno padre Nicolae Puscasu, presiede il vescovo emerito Giuseppe Guerrini.
La Settimana, che quest’anno ha per titolo “Ci trattarono con gentilezza”, si focalizza sulla tragedia dei migranti e sul tema dell’accoglienza. Preparato dai cristiani delle varie Chiese presenti a Malta e a Gozo, trae spunto dall’episodio raccontato dal capitolo finale degli Atti degli apostoli. Dopo una terribile tempesta, San Paolo e gli uomini che sono insieme a lui sulla nave, riescono a salvarsi e vengono generosamente soccorsi dagli abitanti dell’isola di Malta.

“Oggi, il mare sul quale fecero naufragio Paolo e i suoi compagni è ancora una volta un luogo pericoloso per la vita di altri naviganti”. Nella catechesi dell’udienza di oggi (mercoledì 22 gennaio), dedicata all’ospitalità – tema della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani – e pronunciata in Aula Paolo VI davanti a 7mila persone, il Papa ha citato ancora una volta il dramma delle migrazioni, con la sua stringente attualità: “In tutto il mondo uomini e donne migranti affrontano viaggi rischiosi per sfuggire alla violenza, per sfuggire alla guerra, per sfuggire alla povertà. Come Paolo e i suoi compagni sperimentano l’indifferenza, l’ostilità del deserto, dei fiumi, dei mari…”. “Tante volte non li lasciano sbarcare nei porti”, l’aggiunta a braccio: “Purtroppo, a volte incontrano anche l’ostilità ben peggiore degli uomini”. “Sono sfruttati da trafficanti criminali, oggi”, la denuncia di Francesco: “Sono trattati come numeri e come una minaccia da alcuni governanti, oggi. A volte l’inospitalità li rigetta come un’onda verso la povertà o i pericoli da cui sono fuggiti”.
“Noi, come cristiani, dobbiamo lavorare insieme per mostrare ai migranti l’amore di Dio rivelato da Gesù Cristo”, l’impegno chiesto sul versante ecumenico, e non solo: “Possiamo e dobbiamo testimoniare che non ci sono soltanto l’ostilità e l’indifferenza, ma che ogni persona è preziosa per Dio e amata da Lui. Le divisioni che ancora esistono tra di noi ci impediscono di essere pienamente il segno dell’amore di Dio”.
“Lavorare insieme per vivere l’ospitalità ecumenica, in particolare verso coloro la cui vita è più vulnerabile, ci renderà tutti – tutti i cristiani, protestanti, ortodossi, cattolici – esseri umani migliori, discepoli migliori e un popolo cristiano più unito”, ha concluso Francesco: “Ci avvicinerà ulteriormente all’unità, che è la volontà di Dio per noi”.