Mondovì, scritte antisemite sulla casa di Lidia Rolfi

Vergate nella notte da mano anonima. Lo sdegno delle Istituzioni: "Un gesto infame"

Mondovì: scritte antisemite sulla casa di Lidia Rolfi
(Foto da "L'Unione Monregalese")

Raggelante. Venerdì mattina, in pieno centro, Mondovì si è risvegliata con un’amara, amarissima sorpresa. La porta di casa di Lidia Rolfi, partigiana e deportata a Ravensbruck, dove ha vissuto sino alla morte e dove vive ora il figlio Aldo, era stata imbrattata da una vergognosa scritta antisemita, vergata da mano anonima: “Juden Hier” (“Qui vive un ebreo”), accompagnata dalla stella di David. È accaduto a tre giorni dal 27 gennaio, Giorno della Memoria, che commemora le vittime della Shoah.

Immediata e unanime la sollevazione di sdegno delle Istituzioni e della comunità civile. “Un atto gravissimo, un fatto vergognoso che offende ed indigna Mondovì, Città Medaglia di Bronzo al Valor Militare nella Guerra di Liberazione, e tutti i monregalesi - ha subito commentato il sindaco Paolo Adriano -. In attesa che vengano concluse le indagini per individuare e assicurare alla giustizia i responsabili del gesto, esprimo - a nome mio, dell’Amministrazione tutta e della cittadinanza - solidarietà alla Comunità Ebraica, al nostro concittadino Aldo Rolfi e a tutta la famiglia, da sempre impegnata - in memoria della mamma Lidia Rolfi, a cui è intitolata la scuola primaria di Piazza - nella testimonianza e nella tutela dei valori fondanti della nostra Costituzione. Ricordo, infine, che tra pochi giorni e, con ancor più viva partecipazione, Mondovì poserà due nuove pietre alla memoria di due concittadini deportati nei campi di concentramento”.

Alla voce di Paolo Adriano si sono aggiunte, a stretto giro di posta, quelle del presidente della Provincia Federico Borgna, del presidente del Consiglio regionale Stefano Allasia e della deputata Chiara Gribaudo. Altre si stanno aggiungendo in queste ore.

Attivissima nella Federazione europea dei deportati, Lidia Rolfi aveva fatto della sua esperienza nel campo di concentramento un vessillo da narrare e condividere con le giovani generazioni. Andava nelle scuole a raccontare, accompagnò diverse scolaresche delle Superiori a Ravensbruck e attraverso questo prezioso dialogo insegnò la Storia e condivise con i giovani il messaggio del rispetto dell’Uomo, affinché non si ripetessero gli errori del passato.

La sua lezione verrà ricordata lunedì 27 gennaio all’Unitre di Fossano. Ed è più attuale che mai.