Per la prima volta si celebra la “Domenica della Parola di Dio”

La Bibbia non è per pochi privilegiati, è il libro del popolo di Dio, scrive Papa Francesco nella Lettera apostolica “Aperuit illis". Celebrazioni anche a Fossano

Segnatevi sul calendario la data del 26 gennaio: per la prima volta si celebra la “Domenica della Parola di Dio”, istituita da Papa Francesco con la Lettera apostolica in forma di Motu proprio “Aperuit illis”, emanata dal Pontefice lo scorso 30 settembre, memoria liturgica di San Girolamo, celebre traduttore della Bibbia in latino, a 1600 anni dalla morte.

Riflessione e celebrazione della Parola per tutti i “lettori”
In occasione della “Domenica della Parola di Dio” la diocesi organizza un incontro dal titolo “La Scrittura proclamata: voce di Dio” i cui principali destinatari sono coloro che svolgono il ministero di lettori durante le messe. L’appuntamento è per domenica 26 gennaio in Cattedrale a Fossano con due momenti: alle 15,30 don Pierangelo Chiaramello offre una riflessione su “La sacramentalità della Parola”, alle 16,30 segue la celebrazione della Parola “Aperuit illis” (con riferimento al testo dei discepoli di Emmaus di Lc 24, 13 - 35).

I perché di una scelta
La domenica prescelta dal papa, la terza del tempo ordinario, non è un tempo qualsiasi ma, precisa Francesco, si colloca “in un momento opportuno di quel periodo dell’anno, quando siamo invitati a rafforzare i legami con gli ebrei e a pregare per l’unità dei cristiani”. Non “una mera coincidenza temporale: celebrare la domenica della Parola di Dio esprime una valenza ecumenica, perché la Sacra scrittura indica a quanti si pongono in ascolto il cammino da perseguire per giungere a un’unità autentica e solida”. Dal Papa l’invito alle comunità a “vivere questa domenica come un giorno solenne” intronizzando il testo sacro. Fondamentale, sottolinea il Pontefice, che “si preparino alcuni fedeli ad essere veri annunciatori della Parola con una preparazione adeguata” mentre i parroci potranno trovare forme per la consegna della Bibbia, o di un suo libro, a tutta l’assemblea.

Ai preti: preparate bene l’omelia!
“La Bibbia non può essere solo patrimonio di alcuni e tanto meno una raccolta di libri per pochi privilegiati. Essa appartiene, anzitutto, al popolo convocato per ascoltarla e riconoscersi in quella Parola”. No a “monopolizzare il testo sacro”, avverte Francesco: la Bibbia “è il libro del popolo del Signore che nel suo ascolto passa dalla dispersione e dalla divisione all’unità. La Parola di Dio unisce i credenti e li rende un solo popolo”. Di qui l’importanza dell’omelia, che “possiede un carattere quasi ‘sacramentale’”. “Per molti dei nostri fedeli, infatti, questa è l’unica occasione che possiedono per cogliere la bellezza della Parola di Dio e vederla riferita alla loro vita quotidiana - spiega il Papa -. È necessario, quindi, che si dedichi il tempo opportuno per la preparazione dell’omelia. Non si può improvvisare il commento alle letture sacre”. “Non stanchiamoci mai di dedicare tempo e preghiera alla Sacra scrittura, perché venga accolta ‘non come parola di uomini ma, qual è veramente, come Parola di Dio’”, il monito del Pontefice che invita anche a non divagare e a non dilungarsi.

La raccomandazione sull’omelia riprende altri inviti fatti da Papa Francesco in questi anni. In particolare rimanda all’esortazione apostolica “Evangelii gaudium” che dedica ben 25 numeri (dal 135 al 159) alla questione omelia, per rimarcare la centralità che essa riveste nell’annuncio della Parola di Dio e nell’evangelizzazione. L’invito, dunque, per sacerdoti e diaconi, è di andare a rileggersi quelle pagine, che contengono indicazioni istruttive su come preparare l’omelia.  A proposito delle omelie, anche mons. Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, intervenuto durante la presentazione della “Domenica della Parola di Dio”, ha invitato i nostri preti “a non farsi improvvisatori nel comunicare la Parola di Dio”: “Il popolo di Dio ha diritto ad avere una spiegazione coerente della Parola di Dio, non di quello che il sacerdote pensa in quel momento”; è questo l’antidoto alla “sciatteria” che oggi possiamo riscontrare frequentando la messa domenicale.
La Bibbia, “in quanto Sacra scrittura, parla di Cristo e lo annuncia come colui che deve attraversare le sofferenze per entrare nella gloria. Non una sola parte, ma tutte le Scritture parlano di Lui. La sua morte e risurrezione sono indecifrabili senza di esse”. “È profondo il vincolo tra la Sacra scrittura e la fede dei credenti”; di qui l’invito a riservare importanza “all’ascolto della Parola del Signore sia nell’azione liturgica, sia nella preghiera e riflessione personali”. “Inscindibile” il rapporto tra Sacra scrittura ed Eucaristia: “Come cristiani siamo un solo popolo che cammina nella storia, forte della presenza del Signore in mezzo a noi che ci parla e ci nutre. Il giorno dedicato alla Bibbia vuole essere non ‘una volta all’anno’, ma una volta per tutto l’anno”.

Parola di Dio ci chiama a “misericordia, carità, solidarietà”
Nel richiamare quindi la seconda Lettera di Paolo a Timoteo e la costituzione conciliare “Dei verbum”, Francesco precisa: “La Bibbia non è una raccolta di libri di storia, né di cronaca, ma è interamente rivolta alla salvezza integrale della persona”. A questo fine la Sacra scrittura “sotto l’azione dello Spirito santo trasforma in Parola di Dio la parola degli uomini scritta in maniera umana”. Senza la sua azione, “il rischio di rimanere rinchiusi nel solo testo scritto sarebbe sempre all’erta, rendendo facile l’interpretazione fondamentalista”.
Nella Lettera apostolica, Papa Francesco mette in guardia dal rischio frequente di “separare tra loro la Sacra scrittura e la Tradizione, senza comprendere che insieme sono l’unica fonte della Rivelazione. Il carattere scritto della prima nulla toglie al suo essere pienamente parola viva; così come la Tradizione viva della Chiesa, che la trasmette incessantemente nel corso dei secoli di generazione in generazione, possiede quel libro sacro come la ‘regola suprema della fede’”. “Un’ulteriore provocazione che proviene dalla Sacra scrittura” riguarda “la carità”, sottolinea Francesco, secondo il quale “costantemente la Parola di Dio richiama all’amore misericordioso del Padre che chiede ai figli di vivere nella carità”. Richiamando la parabola del povero Lazzaro, il Papa rilancia la “grande sfida” per tutti noi: “Ascoltare le Sacre scritture per praticare la misericordia”. La Parola di Dio “è in grado di aprire i nostri occhi per permetterci di uscire dall’individualismo che conduce all’asfissia e alla sterilità mentre spalanca la strada della condivisione e della solidarietà”.

(fonte SIR)