Oltre 1000 controlli sull’attività venatoria, “con particolare riferimento al rispetto delle norme di sicurezza dell’arma” e al contrasto del bracconaggio anche attraverso servizi notturni; 500 sulla pesca, che hanno anche riguardato lavori negli alvei dei fiumi; 300 su raccolta di tartufi e funghi, scarichi ambientali e smaltimento dei rifiuti. È il bilancio, per il 2019, della Polizia locale faunistico ambientale della Granda. “Tutte queste attività ispettive - spiegano sempre dalla Provincia - hanno portato alla contestazione di circa 220 infrazioni alla normativa in materia di caccia, pesca e ambiente. A questi numeri vanno aggiunti quelli relativi ai numerosi interventi di controllo sull’adozione di metodi ecologici a difesa delle colture agrarie e sull’abbattimento diretto di nutrie, colombi e cinghiali”.
E, ancora, da citare ci sono le 230mila trotelle immesse per il ripopolamento dei torrenti della Granda e, di recente, il recupero di un picchio rosso a Bonvicino (nella foto), sempre da parte della Polizia faunistico ambientale che ha infine consegnato il volatile al Centro recupero animale selvatici di Bernezzo.
“È un bilancio ricco di interventi in molti ambiti e su tutto il territorio provinciale - commenta il presidente della Provincia, Federico Borgna -, che testimonia come l’ente, nonostante la carenza di personale, sia presente capillarmente per garantire la tutela della fauna e dell’ambiente cuneesi grazie ai quali la Granda è un posto dove è ancora possibile vivere un rapporto diretto ed equilibrato con la natura”. “Rivolgo un sentito ringraziamento - aggiunge il consigliere provinciale delegato, Pietro Danna - a tutto il corpo di Polizia locale faunistico ambientale della Provincia e, in particolar modo, al comandante Valerio Civallero per la preziosa attività svolta e per il costante impegno nei numerosi ambiti di competenza. Alla luce del fatto che, in seguito alla riforma Del Rio, il numero di operatori di tale corpo è stato drasticamente ridotto, questi risultati sono doppiamente importanti e testimoniano, ancora una volta, la centralità dell’ente della Provincia come presidio del territorio”.