"Per non dimenticare le sofferenze patite dagli italiani istriani, giuliani e dalmati con la tragedia delle foibe e dell'esodo, che per troppo tempo hanno costituito una pagina strappata nel libro della nostra storia". Con queste parole incise sul marmo l'associazione culturale Il Ragno e l'amministrazione comunale hanno scelto di rendere onore alla storia e alla memoria, ma soprattutto "ridare dignità ai morti e al dolore patito dalle famiglie istriane nel periodo buio delle foibe", come ha sottolineato l'onorevole Monica Ciaburro. Il cippo è stato inaugurato questa mattina (giovedì 13 febbraio) in piazza Norma Cossetto. A ricordare la sua triste storia è stata la presidente dell'associazione Culturale Il Ragno, Anna Mantini: "fu gettata nuda nelle foibe nel 1943, quando aveva 23 anni, dopo essere stata maltrattata e violentata ripetutamente da 17 uomini". Il sindaco Dario Tallone: "Questo cippo è il simbolo delle vittime di un odio che non dovrebbe più esistere, ma purtroppo vediamo ancora ogni giorno in troppe parti del mondo". Il cippo, benedetto da don Giuliano, è stato scoperto da Luciana Lizzotti, esule che ha ricordato il "clima d'angoscia e di paura che si respirava in quei territori, da un giorno all'alto divisi in due. C'era chi aveva la camera da letto in Jugoslavia e la cucina in Italia. Si era costretti a partecipare a adunate, a comizi se non si voleva andare incontro a violenze e morte".
Il servizio completo su La Fedeltà del 19 febbraio