Migranti, ancora emergenza ai confini dell’Europa

I migranti lo chiamano “The Game” (il gioco), che poi proprio un gioco non è, anzi. Perché è molto pericoloso. Il ‘gioco’ consiste nell’attraversare i confini dei Paesi balcanici per cercare, a costo della vita, di entrare in territorio Ue, percorrendo sentieri impervi, evitando fili spinati, barriere, telecamere termiche, droni, polizia, manganelli e forze armate

EDIRNE, TURKEY - MARCH 02: Irregular migrants continue to wait at the Pazarkule Border Gate in Karaagac neighbourhood in Edirne, Turkey to reach Greece on March 02, 2020.
Migranti in attesa di poter entrare in Grecia a Edirne Turchia) Gokhan Balci/Anadolu Agency - SIR

I migranti lo chiamano “The Game” (il gioco), che poi proprio un gioco non è, anzi. Perché è molto pericoloso. Il ‘gioco’ consiste nell’attraversare i confini dei Paesi balcanici per cercare di entrare in territorio Ue, vera meta finale, percorrendo sentieri impervi, evitando fili spinati, barriere, telecamere termiche, droni, polizia, manganelli e forze armate. Terreno di gioco: la Rotta Balcanica. Nel 2015 furono oltre 800mila i migranti – in larghissima parte siriani in fuga dalla guerra – che la percorsero per arrivare in Germania, Austria, Belgio e Paesi Scandinavi e chiedere asilo. L’anno dopo, per bloccare i migranti, entrarono in vigore accordi internazionali tra Ue e Turchia e le frontiere tra i Paesi Balcanici furono sigillate. Nonostante ciò il flusso migratorio non si è mai arrestato facendo diventare la Rotta Balcanica la principale via migratoria verso l’Ue, superiore a quella del Mediterraneo. I dati dell’Unhcr, l’Alto Commissariato Onu per i rifugiati, lo confermano: tra gennaio e settembre 2019 sono stati 23.200 i migranti sbarcati in Spagna e 7.600 quelli giunti in Italia a fronte di 46.100 migranti arrivati in Grecia, porta di ingresso della Rotta Balcanica. Numero che a fine 2019 è salito a 59.726 arrivi via mare e circa 15mila via terra, per un totale di circa 75mila migranti arrivati in Grecia. Il doppio del 2018.
Di Rotta Balcanica si è parlato nei giorni scorsi a Roma durante il seminario, “Emergenze e crisi umanitarie: il terremoto in Albania, la situazione libica e la rotta balcanica”, promosso da Caritas Italiana. A relazionare sul tema è stato Daniele Bombardi, coordinatore Caritas Italiana nei Balcani. Il Sir lo ha intervistato.

Perché sempre più migranti decidono di incamminarsi sulla Rotta Balcanica?
Il primo motivo è da ricercarsi nella sicurezza: essa, infatti, è meno pericolosa rispetto al viaggio in barcone sul Mediterraneo. Ci si impiega molto più tempo, ha un costo maggiore perché i passaggi di frontiera sono numerosi, ma il rischio di morire è molto più basso. Nonostante si siano registrate diverse vittime (attraversamento di fiumi, rotaie, cadute…) queste sono state molto meno di quelle in mare. Altro motivo è il punto di accesso che è molto facile da raggiungere: la Turchia. Molti migranti dal Nordafrica arrivano a Istanbul in aereo e poi cominciano la lunga camminata sulla Rotta, partendo dalla Grecia... continua a leggere

Fonte SIR