Quelle che ha presentato, in un video destinato ai cittadini piemontesi, l'assessore regionale alla Sanità Luigi Icardi è lo studio approntato dagli epidemiologi del territorio e basato sui dati raccolti fino ad ora sul Coronavirus e su altre malattie virali che hanno un RO (sostanzialmente la capacità di contagio) simile a quello che, partito dalla Cina, ora è arrivato in mezzo mondo e anche in Italia, come ben noto. Anche il numero dei contagi in Piemonte, seppur non considerata zona "rossa", sono in aumento.
Gli scenari non sono rassicuranti se si tiene conto, come necessario, della capacità di risposta che ha il nostro sistema sanitario: attualmente il Covid-19 in Italia ha fatto registrare il 45,5% di casi in isolamento domiciliare, il 36,4% è stato ricoverato con sintomi, l'8,2% è in terapia intensiva, il 7,3% è guarito, il tasso di decesso è del 2,6%.
L'8% di persone contagiate che hanno bisogno di terapia intensiva è una percentuale fondamentale in questa analisi, e va associata ad un altro numero: le stime previsionali, con i numeri attuali dimostrano un raddoppio ipotetico di casi ogni 2,3 giorni e quindi un'ulteriore crescita di persone che hanno bisogno di ricovero in terapia intensiva. Ma per quanto si stia facendo il possibile per aumentare i posti letto in terapia intensiva, tenendo chiaramente conto che ci sono "altre" persone non affette da Coronavirus che hanno bisogno di questo tipo di ricovero, questi non basteranno. E il sistema sanitario sarebbe destinato a collassare. Ecco perchè sono state messe in atto "le misure necessarie per mitigare la diffusione del virus, cioè per ridurre il tasso di attacco dell'epidemia - ha spiegato l'assessore Icardi -. Non solo le scuole chiuse, ma anche l'isolamento (nelle differenti modalità a seconda della sitomatologia) delle persone contagiate, così come tutte le misure restrittive e i comportamenti consigliati contenuti nel Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri". Se tutte queste misure saranno adottate (tra queste ci sono anche l'annullamento degli interventi chirurgici non urgenti e lo stop alle visite ambulatoriali non urgenti), e quindi è importante anche l'impegno da parte dei singoli cittadini, allora la capacità di contagio del Coronavirus diminuirà significativamente e il sistema sanitario riuscirà a garantire l'assistenza necessaria a tutti i cittadini.
“Ridurre l’epidemia per evitare il collasso del sistema sanitario”
L'assessore regionale alla Sanità Luigi Icardi spiega come, sulla base degli studi epidemiologici, senza rallentare l'epidemia il nostro sistema sanitario non riuscirebbe a garantire il servizio